Agrigento

Appalti pilotati nella sanità siciliana: indagato il deputato Pullara, tre agrigentini coinvolti (video-intercettazioni)

Sono complessivamente 23 gli indagati della maxi inchiesta che alle prime luci dell’alba si è letteralmente abbattuta sul mondo della sanità siciliana. Diciotto le persone fisiche, cinque quelle giuridiche. Dieci gli arresti. Sono tre gli agrigentini coinvolti nel blitz: l’imprenditore di Canicattì Salvatore Manganaro, 44 anni, che è finito in carcere. Secondo gli inquirenti è […]

Pubblicato 4 anni fa

Sono complessivamente 23 gli indagati della maxi inchiesta che alle prime luci dell’alba si è letteralmente abbattuta sul mondo della sanità siciliana. Diciotto le persone fisiche, cinque quelle giuridiche. Dieci gli arresti. Sono tre gli agrigentini coinvolti nel blitz: l’imprenditore di Canicattì Salvatore Manganaro, 44 anni, che è finito in carcere. Secondo gli inquirenti è il faccendiere del direttore dell’Asp di Trapani Fabio Damiani (anche lui finito in carcere). Tra gli indagati spunta il nome del deputato regionale Carmelo Pullara, 48 anni di Licata, vice presidente della Commissione Salute e servizi sociali e sanitari dell’Ars nonché membro della Commissione Antimafia Regionale. Pullara (già sfiorato dall’inchiesta antimafia “Assedio”) è accusato di turbativa d’asta perche’ avrebbe chiesto un favore per una ditta al direttore generale dell’Asp di Trapani Fabio Damiani, in cambio di un sostegno alla nomina di quest’ultimo ai vertici dell’ufficio sanitario. C’è poi un terzo agrigentino finito tra gli indagati: si tratta dell’imprenditore Vincenzo Li Calzi, 45 anni di Canicattì, che si occupa di forniture ospedaliere. 

Gli indagati. Antonino Candela, 55 anni di Palermo; Giuseppe Taibbi, 47 anni, di Palermo; Fabio Damiani, 53 anni di Palermo; Salvatore Manganaro, 44 anni di Canicattì; Vincenzo Li Calzi, 45 anni di Canicattì; Francesco Capizzi, 50 anni di Palermo; Francesco Zanzi, 56 anni di Roma; Roberto Saitta, 50 anni di Cagliari; Angelo Montisanti, 51 anni di Palermo; Norman Li Sacchi, 47 anni di Petralia Sottana; Crescenzo De Stasio, 49 anni di Napoli; Antonino Lodato, 49 anni di Palermo; Enrico Galatioto, 32 anni di Palermo; Ivan Turola, 40 anni di Milano; Salvatore Navarra, 47 anni di Caltanissetta; Carmelo Pullara, 48 anni di Licata; Giovanni Tranquillo, 61 anni di Catania; Giuseppe Di Martino, 62 anni di Polizzi Generosa.

Una maxi operazione della Guardia di Finanza ha svelato un intreccio perverso su un sistema che avrebbe consentito di pilotare appalti milionari della Sanita’ in Sicilia. L’indagine, che coinvolge imprenditori e funzionari pubblici, ha portato all’arresto di dieci persone accusate, a vario titolo, di corruzione. Gli investigatori avrebbero accertato un giro di mazzette che ruotava intorno alle gare indette dalla Centrale Unica di Committenza della Regione Siciliana e dall’ASP 6 di Palermo per un valore di quasi 600 milioni di euro.

Gli indagati colpiti dall’ordinanza di misure cautelari firmata dal Gip del tribunale di Palermo sono complessivamente 12, dieci dei quali sono stati arrestati. Sono finiti in carcere Fabio Damiani, 55 anni, attuale direttore generale dell’Asp di Trapani, e Salvatore Manganaro, 44 anni di Agrigento un faccendiere indicato dagli investigatori come referente di Damiani. Ai domiciliari sono finiti Antonio Candela, 55 anni, attuale coordinatore della struttura regionale per l’emergenza Covid-19, gia’ commissario straordinario e direttore generale dell’Asp 6 di Palermo; Giuseppe Taibbi, 47 anni di Palermo, ritenuto il faccendiere di riferimento di Candela; Francesco Zanzi, 56 anni, di Roma, amministratore delegato della Tecnologie Sanitarie Spa; Roberto Satta, 50 anni di Cagliari, responsabile operativo della Tecnologie Sanitarie Spa; Angelo Montisanti, 51 anni di Palermo, responsabile operativo per la Sicilia di Siram Spa e amministratore delegato di Sei Energia scarl; Crescenzo De Stasio, 49 anni di Napoli, direttore unita’ business centro sud di Siram Spa; Ivan Turola, 40 anni, di Milano, referente occulto di Fer.Co. srl; Salvatore Navarra, 47 anni di Caltanissetta, Presidente del consiglio di amministrazione di PFE Spa. E’ stata invece applicata la misura del divieto temporaneo di esercitare attivita’ professionali, imprenditoriale e pubblici uffici nei confronti di Giovanni Tranquillo, 61 anni, di Catania referente occulto di Euro&promos Spa e di PFE Spa, e di Giuseppe Di Martino, 63 anni, originario di Polizzi Generosa, ingegnere e membro di commissione di gara. Sono tutti a vario titolo indagati per corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilita’, istigazione alla corruzione, rivelazione di segreto di ufficio e turbata liberta’ degli incanti.

Operazione “Sorella sanità”

C’e’ anche Antonio Candela, 55 anni, attuale Coordinatore della struttura regionale per l’emergenza Covid-19 in Sicilia, tra i dieci arrestati dell’operazione della Guardia di Finanza su alcuni appalti pubblici milionari della sanita’. Candela, che e’ ai domiciliari, e’ stato Commissario Straordinario e Direttore generale dell’Asp 6 di Palermo. Proprio alcune gare indette dall’Asp di Palermo, secondo gli inquirenti, sarebbero al centro di un giro di mazzette. L’operazione, denominata “Sorella Sanita’”, e’ stata condotta dai militari del comando provinciale di Palermo della Guardia di Finanza.

E’ stata disvelata l’esistenza di un quello che puo’ essere definito un vero e proprio centro di potere, che conosce e determina i fabbisogni della pubblica amministrazione e gestisce le relative dinamiche di spesa. Centro di potere nel quale si muovono pubblici ufficiali infedeli, faccendieri e imprenditori senza scrupoli disposti a tutto per ottenere appalti milionari”. E’ quanto afferma il comandante del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria delle fiamme gialle palermitane, colonnello Gianluca Angelini, commentando l’operazione “Sorella Sanita’” che ha portato all’arresto di 10 tra dirigenti dell’Asp siciliane e amministratori di societa’ che ruotano nel campo degli appalti della sanita’ pubblica. 

“Sono state indagini estremamente complesse che hanno denotato un quadro assolutamente allarmante e sconfortante relativo alla gestione degli appalti in un delicato settore quale quello della sanita’ pubblica. Le gare interessate sono quattro per un valore di circa 600 milioni di euro. Nel corso dell’indagine abbiamo rilevato grazie alle intercettazioni telefoniche ed ambientali che gli indagati applicavano un vero e proprio tariffario sulle commesse alle quali bisognava applicare il 5% che corrispondeva alla mazzetta che gli stessi avrebbero introitato nel tempo”. E’ quanto afferma il generale Antonio Quintavalle Cecere, comandante provinciale della Guardia di Finanza, sull’operazione Sorella Sanita’ che ha portato agli arresti di 10 tra dirigenti dell’Asp siciliane e amministratori di societa’ che ruotano nel campo degli appalti della sanita’ pubblica. 

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