Giudiziaria

La guerra tra i clan per il controllo della droga: 39 arresti

Maxi operazione antidroga a Messina

Pubblicato 3 anni fa

La Polizia di Messina sta eseguendo decine di misure cautelari nei confronti degli appartenenti a due organizzazioni criminali di trafficanti di droga attive nel rione di Giostra, in passato teatro di una guerra tra i clan degli Arrigo e dei Bonanno per il controllo del territorio e del mercato degli stupefacenti. Le indagini, condotte dalla Squadra mobile diretta da Antonio Sfameni e coordinate dalla Dda guidata da Maurizio De Lucia, hanno consentito di far luce anche su una serie di tentati omicidi avvenuti proprio per contrasti nel mondo del traffico e dello spaccio di droga. Nel blitz sono stati impegnati 350 uomini di Polizia. 

In carcere: Antonio Ardizzone, 55 anni; Davide Puleo, 34 anni; Carmelo Amante, 45 anni; Angelo Arrigo, 33 anni; Antonino Arrigo, 48 anni; Paolo Arrigo, 30 anni; Antonio Bonanno, 39 anni; Filippo Cannnavò, 39 anni; Pasquale La Rosa, 43 anni; Giosuè Orlando, 29 anni; Carlo Pimpo, 40 anni; Stello Rossano, 23 anni; Eugenio Sebenico, 41 anni; Gianluca Siavash, 32 anni; Antonino Stracuzzi, 60 anni; Girolamo Stracuzzi, 38 anni; Marco Talamo, 24 anni; Carmelo Prospero, 38 anni; Carlo Altavilla, 35 anni; Alessandro Martinez, 33 anni; Gaetano Barbera, 50 anni; Simone Rolla, 25 anni.

Ai domiciliari: Marzia Agliolo Quartalaro, 39 anni; Veronica Vinci, 35 anni; Concetta Assenzio, 56 anni; Ramona Assenzio, 43 anni; Edoardo Puglisi, 46 anni; Alessandro Ragonese, 47 anni; Alessia Stracuzzi, 28 anni; Manuela Valente, 30 anni; Luigi Vinci, 40 anni; Natale Viola, 48 anni; Beatrice Rossano, 30 anni; Maria Barbera, 47 anni; Giuseppa Brigandì, 69 anni. 

Secondo l’inchiesta, Arrigo gestiva la clientela e veniva abitualmente aiutato dalla moglie, Ramona Assenzio, che accoglieva i clienti in assenza del marito e si premurava di informarlo, comunicando con cautela per timore di essere intercettata, della presenza di acquirenti. Dopo l’arresto dell’uomo, finito in manette nei mesi scorsi, la donna ha gestito gli affari. Altro personaggio emerso dalle indagini, secondo le quali gestiva un punto vendita di droga sempre nello stesso complesso di case popolari, era Gianluca Siavash. Della banda facevano parte anche Davide Puleo, Marzia Agliolo, Eugenio Sebenico, Giosue’ Orlando e Carmelo Prospero che avevano il ruolo di rifornitori di droga e di clienti al dettaglio. A controllare il traffico di droga in citta’, oltre al clan Arrigo e alle “cellule” che gravitavano attorno ad esso, era l’organizzazione criminale che faceva capo ad Antonio Bonanno. Del suo gruppo facevano parte Filippo Cannavo’ e Edoardo Puglisi, che custodivano lo stupefacente e svolgevano attivita’ di spaccio al minuto, la moglie Veronica Vinci, che teneva la cassa e riscuotere i guadagni e Luigi Vinci che aveva il compito di bonificare i luoghi in cui si temeva potessero essere installate delle microspie. La banda poteva contare sulla disponibilita’ di armi da utilizzare per assicurare un efficace controllo del territorio e del mercato dello spaccio. 

L’operazione, denominata ‘Market Place’, ha consentito di scoprire due organizzazioni criminali in grado di movimentare grosse quantita’ di droga (cocaina, marijuana, hashish e skunk) e di gestire una capillare distribuzione attraverso numerosi pusher attivi in citta’ e in provincia. Le intercettazioni telefoniche ed ambientali, la visione delle immagini delle telecamere di osservazione, i servizi sul territorio e i tanti riscontri all’attivita’ di vendita (oltre 1.000 gli episodi documentati) hanno svelato una vera e propria ‘centrale dello spaccio’ organizzata negli edifici delle case popolari di via Seminario Estivo. Diversi i pentiti che hanno collaborato all’indagine. Alcuni indagati sono finiti in carcere, altri ai domiciliari, ad altri ancora e’ stato notificato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Sequestrati appartamenti, garage, auto, moto e denaro.

Il cliente ordinava la droga dal pianerottolo della casa, trasformata in supermercato degli stupefacenti. In caso di impedimento temporaneo del pusher che aveva messo a disposizione del clan la sua abitazione, la distribuzione della droga veniva gestita dagli altri membri della sua famiglia, sempre all’interno della stessa palazzina, o delegata a complici che gestivano le altre piazze di vendita. Un modus operandi consolidato che emerge dall’inchiesta della polizia di Messina su due bande di narcotrafficanti che ha portato a decine di misure cautelari. Secondo l’inchiesta, uno dei due gruppi criminali scoperti era guidato da Angelo Arrigo, che coordinava le diverse piazze di spaccio. Era lui a tirare le fila dell’organizzazione, curando l’approvvigionamento della droga, gestendo le negoziazioni sui quantitativi e sui prezzi, decidendo se e a chi azzerare un debito o concedere uno sconto e risolvendo i problemi connessi ai controlli delle forze dell’ordine (ad esempio, con il frequente ricorso a vere e proprie vedette che avvertivano dell’arrivo di persone o auto sospette).

L’inchiesta della polizia di Messina, coordinata dalla Dda, ha preso il via dopo un attentato commesso il 25 gennaio 2017 nei confronti di due familiari di Angelo Arrigo, Gaetano e Paolo, padre e figlio, feriti da colpi di pistola sparati da un uomo che li aveva affiancati in scooter. Entrambi vennero gambizzati. Solo qualche giorno dopo, il 28 gennaio, venne incendiata la loro auto. Fin da subito, le indagini si sono indirizzate sulla malavita locale e sul traffico di stupefacenti. Arrigo nella gestione degli affari era affiancato secondo gli investigatori dal fratello Paolo, suo braccio destro, che svolgeva anche compiti di “custode” delle scorte di stupefacente della associazione criminale. Altri due personaggi chiave dell’inchiesta sono Vittorio e Girolamo Stracuzzi che gestivano lo spaccio nello stabile C delle case popolari del rione Giostra, mentre Arrigo era il referente della palazzina B. Ogni indagato era aiutato dagli altri componenti del suo gruppo familiare: in particolare, intorno alla figura di Vittorio Stracuzzi ruotavano, oltre al fratello e suo alter ego Girolamo, la moglie, Beatrice Rossano, la suocera Mariella Barbera (sorella dei collaboratori di giustizia Gaetano e Vincenzo Barbera), i cognati Stello e Pasquale Rossano, e Marco Talamo.

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