Giudiziaria

Licata, processo all’ex sindaco Balsamo: deporrà Carmelo Malfitano, suo grande accusatore

L'accusatore: “Oggi mi sento meglio dopo aver raccontato finalmente la verità alla Giustizia”.

Pubblicato 3 anni fa

Il prossimo 4 febbraio davanti la Prima sezione penale della Corte d’Appello di Palermo (presidente Adriana Piras) sarà celebrata un’udienza drammatico e ci sarà un indiretto faccia a faccia tra accusatore ed accusato.

La vicenda è oltremodo complicata e vede sul banco degli imputati l’ex sindaco di Licata, Angelo Balsamo, noto avvocato, già condannato in primo grado a due anni e mezzo di reclusione.

Con l’ex sindaco sono imputati anche Francesca Bonsignore, e l’imprenditore Carmelo Malfitano che sono stati condannati rispettivamente a tre anni e sei mesi (la Procura aveva chiesto cinque anni) e un anno (richiesta di un anno e sei mesi).

Balsamo (difeso dagli avvocati Lillo Fiorello e Antonino Gagliano del foro di Gela)  e gli altri imputati sono accusati di corruzione in atti giudiziari, falsa testimonianza, calunnia e – nel caso di Malfitano – di favoreggiamento. Bonsignore (difesa dall’avvocato Glicerio)  è stata condannata per corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza mentre Balsamo per il concorso in falsa testimonianza ed assolto dall’accusa di corruzione in atti giudiziari e calunnia.

Il processo d’appello sembrava svolgersi normalmente e senza scossoni sino a quando il Pg Bartolozzi  ha calato un asso micidiale: depositando un verbale datato 27 luglio 2020, sottoscritto in Procura ad Agrigento, avanti l’aggiunto Salvatore Vella, da Carmelo Malfitano, 58 anni, dipendente di una ditta di pompe funebri col pallino della politica (si è candidato un paio di volto in consiglio comunale a Licata senza venire eletto).

L’accordo elettorale

E’ lo stesso uomo che era stato condannato in primo grado per favoreggiamento. Questa volta, l’atteggiamento di Malfitano è ben diverso da quello mantenuto durante la prima fase culminata con il giudizio di primo grado. Malfitano, adesso ammette tutti i fatti contestati dalla Procura con riferimento alla corruzione in atti giudiziari venendo assolto da tale reato insieme a Balsamo. Rivela, inoltre, un accordo elettorale tra lui e Balsamo secondo il quale, in cambio dei favori resi avrebbe fatto confluire 40 voti alla figlia, candidata nel 2013, in consiglio comunale. Il verbale di Carmelo Malfitano si chiude così: “Oggi mi sento meglio dopo aver raccontato finalmente la verità alla Giustizia”.

E ieri la Corte d’appello sciogliendo la riserva ha riaperto il dibattimento e disposto di interrogare in aula Malfitano che è difeso dall’avvocato Francesco Cottone del foro di Gela. E’ sarà battaglia.

Per il 4 febbraio è previsto anche l’esame di un teste a discolpa indicato da Balsamo già finito al centro di un altro caso sfociato in reciproche querele insieme a Malfitano per minacce.

Intanto, il processo prima dello scioglimento della riserva aveva vissuto momenti importanti con la requisitoria del procuratore generale Caterina Bartolozzi che ha già chiesto la condanna di Balsamo raddoppiando la richiesta di pena rispetto alla condanna di primo grado: cinque anni. Ilo Pg ha chiesto di riconoscere la colpevolezza anche per i reati di corruzione in atti giudiziari e calunnia e riconoscere la prescrizione del reato di falsa testimonianza per un’imputata.

L’atto di accusa di Malfitano

Questo il testo integrale del verbale di Malfitano del 27 luglio scorso allegato agli atti del processo dal procuratore generale Caterina Bartolozzi:

“Premetto che il procedimento nel quale sono stato condannato in primo grado, si dovrebbe concludere alla prossima udienza di fine ottobre 2020, dinanzi la Corte d’Appello di Palermo. Sono qui perché voglio chiarire definitivamente i fatti che sono accaduti e che mi hanno visto coinvolto.

Ricordo che nel 2013, oggi non ricordo la data esatta, Balsamo Angelo mi chiamò al cellulare chiedendomi di andare nel suo studio perché mi doveva parlare. In quella conversazione telefonica non aggiunse altro.

Io mi presentai nel suo studio, quello stesso giorno. Balsamo Angelo mi accolse nella sua stanza al primo piano, mi fece lasciare il mio cellulare sulla scrivania e, senza aprire alcun discorso, mi portò in strada di fronte al suo studio, ci sedemmo in una panchina che si trova ancora adesso dinanzi ad un fioraio, in Corso Roma a Licata. In quel periodo, io non ero al corrente che Balsamo Angelo fosse indagato per falsa testimonianza e altro e non avevo ancora ascoltato la registrazione che già allora si trovava su internet tra l’avv. Balsamo Angelo e le signore Casaccio. Seduti in quella panchina, io e lui da soli, lo stesso mi disse che mi dovevo incontrare con Casaccio Mary Ann, perché dovevo convincerla a togliere le denunce che la stessa aveva presentato contro Balsamo Angelo.

Balsamo Angelo era perfettamente consapevole che io, in quel periodo, avevo ottimi rapporti con Oliva Anna, madre di Casaccio Mary Ann e con tutte le figlie, quindi con Mary Ann, con Casaccio Angela, e con un’altra sorella che risiede a Napoli. La mia amicizia con Oliva Anna era un’amicizia che durava da circa 40 anni, con una frequentazione anche familiare.

Balsamo Angelo aggiunse che era disponibile ad incontrare Casaccio Mary Ann personalmente, se lei lo avesse ritenuto necessario. Balsamo mi chiese di incontrare Casaccio Mary Ann con urgenza, si trattava di una questione delicata ed urgente.

Io accettai di parlare con Casaccio Mary Ann in quanto, in quel periodo era in corso la campagna elettorale per l’elezione del sindaco di Licata, Balsamo Angelo era uno dei candidati a sindaco e mia figlia, Malfitano Selenia, era candidata nella Lista “Forza Azzurri”, collegata con la lista Balsamo Sindaco. Io ritenevo che, facendo questa cortesia a Balsamo Angelo, avrei potuto ricavare dei benefici per mia figlia dal punto di vista elettorale.  Chiaramente non garantii a Balsamo Angelo che sarei riuscito a convincere Casaccio Mary Ann, diedi soltanto la disponibilità a parlarle.La nostra conversazione sulla panchina fu molto breve, meno di 5 minuti, dopodiché ritornammo in studio insieme, io ripresi il mio cellulare, lo salutai e andai via.

Dopo circa 4-5 giorni, io incontrai Casaccio Mary Ann casualmente, in Via Palma a Licata, a circa 150 m dall’agenzia della Banca Sant’Angelo. Io stavo transitando a bordo della mia autovettura e la vidi camminare a piedi in Via Palma. Mi fermai con la macchina, accostando sulla sinistra e, rimanendo a bordo, le parlai. Dopo averla salutata e averle chiesto come stesse, le dissi che Balsamo Angelo mi aveva chiesto di chiederle di “togliere di mezzo le denunce contro di lui”, che lei aveva presentato. Casaccio Mary Ann mi rispose che non lo avrebbe fatto, in quanto Balsamo Angelo gliene aveva combinate troppe ed inoltre, di recente, l’aveva pure denunciata per estorsione.

Io mi limitai a registrare mentalmente la risposta e non ho insistito nella mia richiesta. La salutai cordialmente e andavi via.  Anche questo fu un colloquio abbastanza veloce, di circa 5 minuti. Anche in questa occasione, io continuavo ad essere all’oscuro di tutto quello che era successo tra Balsamo Angelo e Casaccio Mary Ann. Il giorno dopo, se non sbaglio, ritornai in studio da Balsamo Angelo; insieme siamo ritornati sulla stessa panchina in Corso Roma e gli riportai la risposta di Casaccio Mary Ann, in particolare dissi a Balsamo che Mary Ann non aveva alcuna intenzione di ritirare la denuncia.

Balsamo Angelo rimase molto contrariato dalla risposta di Casaccio Mary Ann; mi chiese di insistere e quindi di ritornare da Casaccio Mary Ann per convincerla a ritrattare le dichiarazioni che aveva reso.  Inoltre, Balsamo mi disse che se gli avessi fatto questa cortesia, mi avrebbe garantito 30-40 voti per mia figlia Malfitano Selenia. Io pensai che, tra i voti che riuscivo a raccogliere io ad ogni elezione comunale, cioè circa 220 voti e quelli che mi avrebbe procurato Balsamo Angelo, mia figlia sarebbe stata eletta come consigliere comunale. Io mi occupo di politica da circa 30 anni e ad ogni elezione comunale so di riuscire a raccogliere circa 220 voti, tra conoscenti e amici. Io mi sono candidato personalmente 2 volte come consigliere comunale, non riuscendo mai ad essere eletto. Nel 2013 decisi di far candidare mia figlia e di non candidarmi io personalmente. A quel punto dissi a Balsamo Angelo che avrei ritentato.

Dentro di me pensavo che, comunque, dovevo recarmi a casa della mia amica Oliva Anna a portarle i volantini elettorali di mia figlia, perché tutti i membri della famiglia Oliva-Casaccio sono da sempre miei elettori.  Con l’occasione, avrei potuto parlare nuovamente con Casaccio Mary Ann. Anche questa conversazione mia e di Balsamo, sulla panchina in Corso Roma, fu molto breve. Dopo circa una settimana, io mi presentai a casa di Casaccio Mary Ann.

Dagli atti di indagine risulta che lei si è presentato in almeno una occasione a casa di Casaccio Mary Ann intorno al 10 maggio 2013?

“ Si, è molto probabile che mi recai a casa di Casaccio Mary Ann intorno a quella data. Io mi sono recato a casa di Casaccio Mary per parlare di questi argomenti in una sola occasione, portandole i volantini elettorali. Io mi recai a casa di Casaccio Mary Ann da solo, intorno alle 10, non prendendo preliminarmente alcun appuntamento. L’abitazione di Casaccio Mary Ann era in una traversa di via Campobello, via che si trova dinanzi all’autoricambio Zappulla. L’abitazione è posta al terzo piano di uno stabile. A casa di Casaccio Mary Ann, oltre alla stessa Mary Ann, vi era la sorella Casaccio Angela e la signorina Paino che all’epoca ancora non conoscevo. Casaccio Mary Ann mi fece accomodare in cucina, ci siamo seduti intorno al tavolo, tutti e quattro, e mi offrirono il caffè.  Dopo aver parlato del più e del meno e avergli dato i fac-simili elettorali di mia figlia, io riaprii il discorso che avevo iniziato giorni prima con Casaccio Mary Ann.  Io, in particolare, chiesi nuovamente a Casaccio Mary Ann di “togliere tutte le carte di mezzo”, facendo chiaramente riferimento alle denunce presentate contro Balsamo Angelo. Casaccio Mary Ann, anche questa volta, mi disse che non aveva alcuna intenzione di fare un passo indietro perché Balsamo non meritava nulla. A quel punto intervenne anche la sorella Casaccio Angela che, arrabbiandosi, mi chiese di non mettermi in mezzo, perché loro non avevano intenzione di togliere nulla. Se non sbaglio, fu in questa occasione che io dissi alle sorelle Casaccio che potevo organizzare un incontro nel mio villino di campagna sito in Licata, Contrada Poggio di Guardia, dove potevano incontrarsi in maniera riservata con Balsamo Angelo e chiarire la situazione. Entrambe le sorelle Casaccio mi risposero che non avevano alcuna intenzione di incontrare Balsamo Angelo e di “togliere le carte di mezzo”. Io non insistetti oltre, salutai cordialmente tutti e andai via. Le signore mi salutarono cordialmente, assicurandomi il loro voto a favore di mia figlia per le elezioni comunali. Il giorno stesso, non ricordo se nella stessa mattinata o nel corso del pomeriggio, ritornai in studio da Balsamo Angelo.  Ci recammo insieme nella stessa panchina di Corso Roma e io lo aggiornai, dicendogli che mi ero recato a casa di Casaccio Mary Ann, che avevo incontrato lì le due sorelle Mary Ann e Angela e che entrambe avevano manifestato fermamente l’intenzione di non “togliere le carte di mezzo”. Balsamo Angelo insistette con me affinché ritornassi da loro, io gli dissi che non si poteva fare alcunché in quanto mi sembravano molto decise. Ci salutammo e io andai via. Voglio precisare che mentre mi trovavo a casa di Casaccio Mary Ann, la stessa mi spiegò la situazione, in particolare mi disse che Balsamo Angelo le aveva fregato dei soldi, che sarebbero dovuti spettare a suo figlio, il quale aveva avuto un incidente stradale. Soldi che invece si era preso Balsamo Angelo, che in quella causa era il loro avvocato. Le due sorelle Casaccio nulla mi dissero in quell’occasione del ruolo che aveva avuto la Bonsignore nella causa civile, ruolo che io appresi soltanto dopo.

Dopo circa una settimana, non riesco ad essere più preciso a distanza di tempo, Balsamo Angelo mi chiamò telefonicamente, chiedendomi di recarmi urgentemente nel suo studio.

Io lo raggiunsi lì e, seduti sulla medesima panchina di Corso Roma, mi disse che dovevo andare urgentemente a parlare con tale Bonsignore Francesca, la quale aveva testimoniato nel processo per l’incidente stradale subito dal figlio di Casaccio Mary Ann, in quanto, a dire di Balsamo Angelo, quel giorno la Bonsignore sarebbe stata presa dalla Polizia e portata in Procura ad Agrigento per essere sentita su quello che era successo.

Io dissi immediatamente a Balsamo Angelo che non la conoscevo. Balsamo mi disse che dovevo fargli per forza questo favore e che avrei dovuto rintracciarla ad ogni costo. Io gli dissi che potevo parlare con la mia amica Oliva Anna (madre di Casaccio Mary Ann) e rintracciare Bonsignore Francesca tramite la stessa.

Balsamo Angelo era molto preoccupato, perché mi disse che se la Bonsignore avesse raccontato tutto lui rischiava 10 anni di galera e la radiazione dall’albo degli avvocati; era quindi una situazione molto seria. Balsamo Angelo mi disse che avrei dovuto dire alla Bonsignore di dichiarare falsamente queste cose: nei due incontri che la Bonsignore aveva avuto nello studio di Balsamo Angelo, nei quali avevano messo su carta la descrizione dell’incidente, Balsamo Angelo non era mai stato presente e che, per lo studio Balsamo, aveva fatto tutto un’avvocatessa, collaboratrice dello studio Balsamo, compreso lo schizzo dell’incidente.In realtà, Balsamo mi disse che era stato lui ad organizzare tutto e a dire alla Bonsignore cosa doveva dichiarare per far vincere il processo al figlio di Casaccio Mary Ann. Io dissi a Balsamo Angelo che mi sarei recato da Oliva Anna per tentare di contattare la Bonsignore. Voglio aggiungere che quel giorno mi dispiacque molto per Balsamo, mi dispiaceva in particolare se fosse condannato a 10 anni di carcere.

Lasciato Balsamo Angelo mi recai immediatamente a casa di Oliva Anna. La trovai lì da sola e ci parlai.  Io parlai con Oliva Anna, la stessa mi disse che come mamma aveva suggerito a sua figlia Casaccio Mary Ann di “togliere tutto di mezzo” e di lasciare perdere Balsamo, ma Mary Ann non ne voleva sapere. A quel punto dissi ad Oliva Anna quello che mi aveva detto, poco prima, Balsamo Angelo e cioè che avevo necessità di parlare con la Bonsignore per farle dichiarare delle cose diverse rispetto a quelle che erano realmente accadute nel processo dove lei era stata testimone.

Oliva Anna si mostrò immediatamente disponibile e chiamò subito al cellulare Bonsignore Francesca, che era una sua amica.

La Bonsignore si presentò a casa di Oliva Anna dopo circa 10 minuti. Io mi presentai alla BONSIGNORE e le dissi che mi mandava Balsamo; la stessa mi confermò che era stata convocata dalla Procura per essere interrogata sulla sua testimonianza nel processo per l’incidente subito dal figlio di Casaccio Mary Ann. Io dissi a Bonsignore Francesca le parole che mi aveva detto, poco prima, Balsamo Angelo e cioè che lei avrebbe dovuto dichiarare in Procura che quando aveva raccontato della dinamica dell’incidente subito dal figlio di Casaccio Mary Ann, all’interno dello studio legale Balsamo, l’avvocato Balsamo Angelo non era presente e che, quindi, lei aveva concordato la versione dei fatti per ricostruire l’incidente in modo favorevole al figlio di Casaccio Mary Ann con un’avvocatessa, collaboratrice dello studio Balsamo.

La Bonsignore accettò immediatamente quanto le chiesi di fare. A quel punto salutai le due signore e andai via. Oliva Anna (oggi defunta) fu presente all’intero colloquio avvenuto tra me e Bonsignore Francesca quel giorno.

L’Ufficio fa presente che il primo interrogatorio di Bonsignore Francesca è avvenuto dinanzi a questo Pubblico Ministero il giorno 14 maggio 2013 alle ore 17.32.

Ribadisco che non ricordo esattamente il giorno in cui incontrai Bonsignore Francesca. È possibile che il giorno sia quello. Ricordo con certezza che la campagna elettorale per le elezioni amministrative di Licata era ancora aperta.

L’Ufficio dà atto che nell’anno 2013, le elezioni amministrative a Licata si svolsero il 9 e il 10 giugno.

Il giorno successivo dopo aver incontrato Bonsignore Francesca, nella tarda mattina o al massimo nel primo pomeriggio, mi recai spontaneamente presso lo studio di Balsamo Angelo.

Balsamo Angelo mi fece lasciare il mio cellulare all’interno della sua stanza e insieme ci recammo in un’altra stanza dello studio, nella quale vi era un grande tavolo e delle sedie intorno.

Lì, affacciati alla finestra che dava sul retro dello studio, Balsamo Angelo mi disse che aveva saputo che Bonsignore Francesca aveva dichiarato effettivamente quello che lui, attraverso me, le aveva chiesto di dichiarare e cioè che la falsa ricostruzione dell’incidente era stata concordata con una avvocatessa del suo studio e non con lui personalmente, come invece era avvenuto. Voglio sottolineare che fu lui a darmi questa notizia, senza che io gli avessi raccontato alcunché. Balsamo non mi disse come avesse appreso tale notizia, né da chi. BALSAMO Angelo era visibilmente contento, mi abbracciò e mi disse testualmente “Tu sei il mio sant’Angelo, Carmelo”. Io rimasi molto contento. Dopodiché ci salutammo e io andai via. Aggiungo che, nelle elezioni comunali del 2013 mia figlia non venne eletta, raccolse poco più di 220 voti, che corrispondevano su per giù ai voti che io solitamente riuscivo a raccogliere nelle elezioni comunali di Licata. Capii quindi che Balsamo non aveva mantenuto la sua promessa di “aiutarla” elettoralmente. Balsamo, invece, venne eletto sindaco al primo turno.  Io, dopo le elezioni, non ritenni opportuno avere alcun chiarimento con Balsamo, nonostante fossi rimasto molto male. Io non sentii Balsamo neanche successivamente, men che meno quando fui convocato in Procura dalla S.V. per essere sentito in merito a questo procedimento penale, né Balsamo mi mandò altri soggetti per avere informazioni o per darmi direttive.

Come sono oggi i rapporti tra lei e Balsamo Angelo?

Oggi io e lui non abbiamo alcun tipo di rapporto; se ci incontriamo per strada, ci limitiamo ad un saluto con un cenno della mano. Non abbiamo però mai litigato o comunque mai abbiamo avuto un chiarimento sull’intera vicenda.

Come mai lei oggi ha ritenuto di presentarsi in Procura per raccontare i fatti che abbiamo appena verbalizzato?

Io allora rimasi molto male per il comportamento di Balsamo Angelo nei miei confronti e nei confronti di mia figlia.  Oggi so che lui va dicendo in giro che farà chiudere la ditta “Nuova La Sfinge S.r.l.”, società di onoranze funebri alla quale sono molto affezionato e per la quale lavoro, in quanto Balsamo Angelo è il legale di fiducia e molto vicino alla società cooperativa “Aronica e Caico”, società di onoranze funebri nostra concorrente a Licata. Inoltre mi sembra ingiusto che io abbia subito una condanna per fatti e vicende in cui non avevo alcun interesse diretto.  Oggi mi sento meglio dopo aver raccontato finalmente la verità alla Giustizia.

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