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Mafia, droga e un omicidio risolto dopo vent’anni: chieste 15 condanne

Le richieste dell’accusa a carico degli imputati del processo “Gallodoro”

Pubblicato 3 anni fa

Il sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, Maurizio Bonaccorso, ha avanzato quindici richieste di condanna nei confronti degli imputati dello stralcio abbreviato del processo “Gallodoro”, scaturito dall’omonima operazione dei carabinieri del Ros, che avrebbe sgominato il mandamento mafioso di Mussomeli, stroncato un fiorente traffico di sostanze stupefacenti a cavallo tra le province di Agrigento e Caltanissetta e fatto luce sull’omicidio di Gaetano Falcone (compiuto a Montedoro il 13.06.1998). Ventuno le persone coinvolte: 15 col rito abbreviato (8 agrigentini) e sei col rito ordinario (1 agrigentino).

Le richieste di condanna riguardano: Claudio Di Leo, 59 anni, considerato il reggente della famiglia mafiosa di Campofranco (chiesti 20 anni); Calogero Di Vita, 51 anni di San Cataldo (16 anni); Franesco Pollara, 41 anni di Palermo(14 anni); Domenico Avarello, 40 anni di Canicattì (chiesti 10 anni); Domenico Mangiapane, 41 anni di Cammarata (9 anni); Antonino Lattuca, 39 anni di Agrigento (12 anni); Filippo Cacciatore, 57 anni di Cammarata (4 anni); Vito De Maria, 60 anni di Cammarata (2 anni e 10 mesi); Giovanni Valenti, 46 anni di Favara (2 anni e 6 mesi); Alexander Lattuca, 26 anni di Mussomeli ( 6 anni); Giovanni Siragusa, 37 anni di Mussomeli (9 anni); Vincenzo Scalzo, 47 anni di San Cataldo (14 anni); Pietro Antonio Baudo, 48 anni di Vallelugna (4 anni e 6 mesi); Vincenzo Insinna, 57 anni di Vallelunga (2 anni e 6 mesi); Maurizio Matraxia, 55 anni di San Giovanni Gemini (3 anni).

Altre sei persone sono a processo col rito ordinario: Salvuccio Favata, 43 anni di Mussomeli; Calogero Modica, 76 anni di Mussomeli; Alessandro Centinaro, 31 anni di Mussomeli; Giuseppe Gioacchino Di Carlo, 49 anni di Campofranco; Carmelo Conti, 48 anni di Casteltermini; Salvatore Puma, 43 anni di Racalmuto. 

Nel collegio difensivo gli avvocati Giuseppe Barba, Diego Giarratana, Salvatore Re, Gianfranco Pilato, Massimo Scozzari, Vincenzo Infranco, Carmelo Nocera e Antonio Pecoraro. Si ritorna in aula il 3 febbraio.

Il blitz scattò nel gennaio 2017 con 17 misure cautelari per reati dall’associazione per delinquere di tipo mafioso, omicidio, estorsioni, reati concernenti le armi, rapina e associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. Le indagini avevano avuto un rilevante sviluppo a seguito dell’avvio della collaborazione con la giustizia di Maurizio Carruba, uomo d’onore e già rappresentante della famiglia di Campofranco, arrestato nell’aprile 2011 a seguito dell’operazione del Ros “Grande Vallone”. Grazie all’enorme patrimonio di conoscenze in suo possesso, era stato possibile non solo attualizzare e riscontrare le dichiarazioni rese nel tempo da altri collaboratori ma anche fare luce su diversi episodi estorsivi, di alcuni dei quali egli si autoaccusava, ai danni di imprenditori edili, confermare il ruolo di vertice rivestito in seno alla famiglia di Campofranco da Calogero Modica e definire le singole responsabilità in riferimento all’omicidio di Gaetano Falcone (compiuto a Montedoro il 13.06.1998).

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