Agrigento

Mamme tunisine riconoscono figli vittime del naufragio a Lampedusa

Alcune donne tunisine che avevano segnalato la scomparsa dei loro quattro figli migranti coinvolti nel naufragio di Lampedusa del 7 ottobre, sono state convocate presso la procura della Repubblica di Agrigento per il riconoscimento dei loro familiari. Due mamme, Zakia e Soulaf, hanno potuto riconoscere i loro figli, i cui corpi verranno presto riportati in Tunisia. Le […]

Pubblicato 4 anni fa

Alcune donne tunisine che avevano segnalato la scomparsa dei loro quattro figli migranti coinvolti nel naufragio di Lampedusa del 7 ottobre, sono state convocate presso la procura della Repubblica di Agrigento per il riconoscimento dei loro familiari. Due mamme, Zakia e Soulaf, hanno potuto riconoscere i loro figli, i cui corpi verranno presto riportati in Tunisia. Le altre due mamme, Hamida e Gamra, hanno invece appreso che i corpi dei loro cari sono rimasti in mare, data l’impossibilita di recuperarli. Lo rende noto un cartello di associazioni che commenta: “Questa giornata e stata solo l’ultimo passaggio di una procedura di ricerca lunga e travagliata per le mamme e per gli attivisti che se ne sono occupati: dalle prime ore successive al naufragio, il nostro lavoro e andato avanti per piu di due mesi interpellando la Cri, l’Ambasciata italiana a Tunisi e le istituzioni”.

Cosi il 13 dicembre al Tribunale di Agrigento, dicono le stesse associazioni, “abbiamo assistito a un atto di giustizia inedito ed estremamente significativo che è stato possibile realizzare solo grazie alla collaborazione proficua dell’associazione tunisina Terre pour Tous di Imed Soltani con le associazioni italiane – CampagnaLasciateCIEntrare, Borderline Sicilia, Rete Antirazzista Catanese e Carovane Migranti – che hanno lavorato congiuntamente senza sosta, affrontando tutti i numerosi impasse burocratici e istituzionali per ottenere questo risultato importante e soddisfacente”. Importante l’apporto dell’avvocato delle quattro donne, Leonardo Marino, grazie al quale e stata avviata la procedura di identificazione tramite la prova del Dna, “e la collaborazione del Procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella che ha dimostrato la massima disponibilita’ e professionalita’ nella gestione di queste indagini. E la prima volta che i magistrati italiani convocano le famiglie per il riconoscimento dei corpi. Ci auguriamo che sulla base di questo inedito risultato, si possa proseguire con questa collaborazione, aprendo la strada ad interventi efficaci che accelerino le procedure di identificazione e il ripristino dei legami familiari, nel rispetto dei diritti dei migranti e delle loro famiglie”.

Le mamme tunisine riconoscono le salme del naufragio (vita.it)
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