PRIMO PIANO

Omicidio di Licata, Angelo Carità ha tentato di fuggire invano

Ancora particolari, dopo l’esecuzione da parte del medico legale dell’autopsia, disposta dalla Procura della Repubblica, che sta indagando sull’omicidio, sul cadavere di  Angelo Carità, l’imprenditore agricolo di 61 anni, condannato all’ergastolo per l’omicidio del compaesano Giovanni Brunetto e in libertà per scadenza dei termini, ucciso nel giorno di Pasquetta in una traversa di via Palma, a Licata.

I risultati dell’esame autoptico, risultati ufficiali, saranno disponibili nei prossimi giorni, ma quello che sembrerebbe già appurato è che  Angelo Carità sia stato ucciso da due proiettili, probabilmente calibro 9, che l’avrebbero raggiunto alla testa, precisamente al volto, ma che i colpi esplosi sarebbero stati quattro.

Un dettaglio è balzato agli occhi degli investigatori, l’auto sulla quale è stato trovato il corpo senza vita del licatese aveva la retromarcia ingranata. Questo particolare farebbe ipotizzare che l’uomo potrebbe aver visto arrivare il killer e che avrebbe tentato la fuga senza riuscirci.

Ovvio si tratta solo di ipotesi al vaglio degli investigatori e, al momento, nulla più.

Nelle prossime ore la salma dovrebbe essere riconsegnata ai familiari.

Le indagini continuano con le audizioni, da parte dei Carabinieri della Compagnia di Licata, che stanno operando sul campo, coordinati dal sostituto procuratore Simone Faga, titolare dell’inchiesta.

Al momento non ci sono indagati anche se familiari, numerosi amici e diversi conoscenti dell’uomo sono stati “ascoltati” per cercare di accumulare più informazioni possibili che possano rivelarsi utili alla prosecuzione delle indagini.