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Canicattì, dissequestrati i beni del boss Lillo Di Caro, “sono stati acquisiti regolarmente”

Il Tribunale di Agrigento, nello specifico la sezione Misure di prevenzione, ha accolto il ricorso degli avvocati Fiorello, Murone e Paci, e ha disposto il dissequestro dei beni confiscati a Liliana Maria Pia Ninotta, moglie di Lillo Di Caro, 70 anni, finito in manette in una recente operazione di polizia, denominata “Vultur”, e ritenuto dagli investigatori il boss storico di Canicattì, già condannato in passato, tra l’altro, proprio per fatti di mafia. I beni in oggetto, secondo il Tribunale, sono stati acquisiti lecitamente e per questo non andavano sequestrati.

Si tratta di immobili aventi un valore stimato in circa 1 milione e 300 mila euro che erano stati sequestrati dalla Guardia di Finanza a seguito di una inchiesta coordinata dalla Dda di Palermo. I beni tutti situati a Canicattì, erano stati acquistati nel lontano 1985 dalla signora Liliana Maria Pia Ninotta, moglie del Di CAro, al prezzo dichiarato di 125 milioni di lire.

L’analitica e precisa ricostruzione dei flussi finanziari operata a suo tempo dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria della città dei templi aveva consentito, secondo le supposizioni degli investigatori, di collocare tale acquisto nell’ambito di un arco temporale che vedeva, da un lato, le condizioni di sproporzione tra il valore dei beni acquistati rispetto alla capacità reddituale del nucleo familiare

Ora dopo la disposizione dei giudici le 4 case ed il magazzino tornano nella disponibilità della moglie del Di Caro. Lillo Di Caro, secondo gli inquirenti, appartiene alla storica famiglia di mafia di Canicattì e per gli inquirenti ha rivestito cariche di alto rilievo negli organigrammi criminali di Cosa nostra.
Il suo nome comparve la prima volta in atti giudiziari già nel corso delle indagini che portarono all’operazione Santa Barbara del 1993. Nella sua agenda vennero trovati i nomi e i numeri di telefono, tra gli altri, di Pippo Calò e Nino Rotolo. Già condannato per associazione mafiosa, Di Caro nel corso della guerra di mafia degli anni 90 che contrappose Cosa nostra con la stidda, fu vittima di un gravissimo attentato.

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