Canicattì

Canicattì, tentato omicidio Curto: la ricostruzione in aula delle indagini

E’ ripreso questa mattina il processo a carico di Gianluca Scaccia, 36enne di Canicattì, accusato del tentato omicidio di Vincenzo Curto avvenuto il 22 giugno 2017. Il dibattimento, aperto lo scorso dicembre, ha rischiato una battuta d’arresto a causa di una presunta mancata notifica al legale della parte offesa. Il presidente del collegio Infantino, dopo essersi riunita con i colleghi, ha dato il via libera alla continuazione del processo scongiurando quindi il ritorno all’udienza preliminare. 

Sul banco dei testimoni un luogotenente dei carabinieri che si è occupato delle indagini: “Curto è stato portato in ospedale dai fratelli dopo esser stato ferito con tre colpi di arma da fuoco, due alla coscia destra e uno al torace. Siamo andati sul posto, in contrada Montagna dove la famiglia Curto possiede un ovile, ma non abbiamo trovato né i bossoli né tracce ematiche ma soltanto un bastone di 59cm che presentava macchie di sangue all’estremità. Questo dato ci ha fatto pensare che il posto in cui eravamo non fosse il luogo del tentato omicidio.”

Il militare ha poi riferito che il giorno dopo il tentato omicidio la Polizia di Stato aveva rinvenuto cartucce e tracce ematiche a casa di Scaccia. 

Quest’ultimo è difeso dall’avvocato Angela Porcello. L’accusa è rappresentata dal sostituto procuratore della Repubblica Alessandra Russo che ha ereditato il fascicolo d’inchiesta dal magistrato Carlo Cinque. Si torna in aula il 18 febbraio per sentire quattro testi della lista del pubblico ministero.