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Tar stoppa assessorato all’Agricoltura: imprenditore di Canicattì non dovrà restituire 300 mila euro

Il sig. R. F. 51 anni di Canicattì, titolare di una azienda agricola, otteneva dei finanziamenti pubblici per la realizzazione di opere di miglioramento fondiario.

In particolare l’assessorato regionale dell’Agricoltura dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea – dipartimento regionale dell’agricoltura approvava l’istanza di finanziamento presentata dall’imprenditore di Canicattì, per l’effetto disponendo la concessione del contributo.

Il progetto veniva  realizzato interamente da R. F. con  effettuazione del relativo collaudo dei lavori da parte dei tecnici dell’assessorato competente. Senonchè la medesima amministrazione regionale, con successivo provvedimento adottato a ben sei anni di distanza rispetto dalla realizzazione dei lavori e dall’effettuazione del relativo collaudo, comunicava a R. F. il provvedimento di revoca del contributo, richiedendo altresì il rimborso delle somme in concreto erogate, in ragione dell’intervenuta informativa antimafia interdittiva resa dalla Prefettura di Agrigento nei confronti dell’imprenditore di Canicattì.

Pertanto R. F. proponeva ricorso innanzi al Tar Palermo, con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino e Calogero Marino, per l’annullamento, previa sospensione, del provvedimento di revoca del contributo.

In particolare gli avvocati Rubino e Marino hanno censurato il provvedimento impugnato sotto il profilo della violazione degli art. 92 e 94 del D.Lgs. 159/2011, considerato che le opere oggetto del contributo revocato erano state eseguite ed ultimate ben prima dell’adozione del provvedimento di revoca e che al momento dell’adozione del decreto concessorio nonché al momento dell’erogazione dell’ultimo Sal in esito all’accertata ultimazione delle opere, nessun provvedimento interdittivo era stato adottato nei confronti di R. F..

Si è costituito in giudizio l’Assessorato regionale dell’Agricoltura, rappresentato e difeso dall’Avvocatura distrettuale dello Stato di Palermo, per chiedere il rigetto del ricorso, previa reiezione della richiesta cautelare. Il Tar Sicilia, Palermo, Sezione Prima, condividendo le tesi difensive degli avvocati Rubino e Marino,  ha accolto la richiesta di sospensione dell’esecuzione del provvedimento impugnato.

Pertanto, per effetto del provvedimento cautelare reso dal Tar, l’imprenditore di Canicattì non dovrà restituire all’amministrazione regionale l’importo del finanziamento erogato pari a circa trecentomila euro.