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Arresto sindaco Aci Catena, Pm: “Lui e assessore divisero tangente da 15.000 euro” (video)

L’arresto di Ascenzo Maesano

Da 20 anni un fiume di tangenti per il rinnovo del servizio di assistenza e manutenzione dei sistemi software e hardware del Comune.

E’ quanto emerge dall’inchiesta della Dia che ha portato all’arresto del sindaco Ascenzio Maesano, del consigliere Orazio Barbagallo e l’imprenditore Giovanni Cerami.

A casa del primo cittadino, in una scatola di scarpe, gli inquirenti hanno trovato 3200 euro.

Questa mattina, alle luci dell’alba, la Dia di Catania ha smantellato il sistema di corruzione che governava il Comune di Aci Catena dal 1996: politica, imprenditoria e tangenti camminavano a braccetto da 20 anni.

Secondo la Procura della Repubblica, è con questo metodo che sarebbero stati illecitamente gestiti sia il servizio di assistenza e manutenzione dei software e hardware del Comune di Aci Catena sia l’aggiudicazione del progetto “Home care” finanziato dall’Ue per 252mila euro.

Una vera e propria bufera che ha portato all’arresto, motivato dal pericolo di fuga, del sindaco Ascenzio Maesano, 57 anni, del consigliere comunale e presidente della Commissione Bilancio Orazio Barbagallo, 67 anni, e dell’imprenditore Giovanni Cerami, di 69.

I tre fermati, Maesano, Barbagallo e Cerami

I tre sono accusati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio.

E’ Renato Panvino, capo centro della Direzione investigativa Antimafia di Catania, a parlare di “assenza totale di trasparenza, onestà morale e professionale e del concetto di bene sociale” nel modus operandi che avrebbe favorito la società Halley Consulting spa dell’imprenditore Cerami.

Il sindaco Maesano avrebbe rinnovato l’appalto con scadenza biennale in cambio di tangenti “da dividere a metà come mercanti” con il suo braccio destro: il presidente della Commissione Bilancio Orazio Barbagallo. Il consigliere, infatti, era colui che proponeva, motivava e infine stipulava il rinnovo dei contratti all’interno della macchina governativa. Nel triangolo del malaffare, invece, sarebbe stato il contatto diretto con l’imprenditore e uomo di fiducia di Maesano.

Da tempo gli uomini della Dia avevano rivolto la loro attenzione investigativa sul sindaco e i suoi collaboratori più stretti, passando al setaccio una serie di contratti stipulati dal Comune. E’ per questo che Maesano e Barbagallo, allarmati dalla possibilità di essere intercettati, evitavano di incontrarsi in luoghi frequentati e di dialogare telefonicamente, “una procedura molto simile a quella criminale” l’ha definita il procuratore aggiunto Michelangelo Patanè.

“Ci vediamo in campagna con le nostre mogli, vieni vestito leggero”. Fingendo l’organizzazione di una scampagnata, a cui in realtà non ha partecipato alcuna consorte, Barbagallo invitava Cerami a non portare il cellulare temendo l’orecchio indiscreto degli investigatori.

Nelle intercettazioni è registrata la spartizione di una tangente da 15mila euro tra il primo cittadino e il consigliere lo scorso 4 giugno in un’isolata campagna. Le voci dei due sono perfettamente distinguibili, nonostante l’alto volume della radio all’interno dell’auto mentre suddividono l’ennesimo pagamento dell’imprenditore: “Se ti devo dare di più, dimmelo”, “Giusti sono, perfetti”.

A casa del sindaco, in una scatola di scarpe gli inquirenti hanno trovato 3200 euro, probabilmente frutto di queste tangenti.

E’ il pm Pasquale Pacifico a definire “inquietante la chiave di lettura che potrebbe emergere da queste indagini”. Nello specifico, concedere appalti in cambio di tangenti potrebbe essere il sistema utilizzato, non solo in questo caso, dall’amministrazione Maesano.

Le indagini sono ancora in corso per fare luce sull’eventuale ombra della mafia e coinvolgimento di ex sindaci, ma il procuratore Carmelo Zuccaro è chiaro nell’indicare la priorità del suo ufficio: “Bisogna combattere quello che rappresenta l’humus fertile all’insinuarsi di rapporti perversi con la criminalità organizzata”.

I tre indagati sono ora stati rinchiusi nel carcere di Piazza Lanza.

Ascenzio Maesano vanta una lunga carriera politico-amministrativa alle spalle. Dal primo incarico nel 1984, quando è entrato nel Comitato di presidenza della Usl 37 di Acireale, all’ultima elezione come sindaco di Aci Catena nel 2012. Da 25 anni in politica, potrebbe ora essere accusato di prendere tangenti da vent’anni.

L’arresto del sindaco Ascenzo Maesano