Catania

Corruzione: maxi appalto Catania, dirigente arrestato si difende

Sono iniziati oggi e si concluderanno domani, davanti al gip di Catania Fabio Di Stefano Barbagallo, gli interrogatori di garanzia degli indagati nell’ambito dell’inchiesta ‘Garbage Affair’ della Dia.

Una figura ambigua, un millantatore che comminava sanzioni per ‘punire’ le irregolarita’, ma che al contempo otteneva regali dall’imprenditore che credeva di avere ricevuto dei favori. Sarebbe il profilo di Orazio Stefano Fazio, direttore dell’esecuzione dei servizi di Igiene urbana e ambientale del Comune di Catania, arrestato nei giorni scorsi per turbata liberta’ degli incanti e corruzione dalla Dia nell’ambito dell’inchiesta “Garbage Affair” della Procura etnea, e interrogato oggi dal Gip Sebastiano Fabio Di Stefano Barbagallo. Assistito dal suo legale, l’avvocato Francesco Siracusano, il dirigente del settore ecologia ha detto di “essere laureato in Economia dal 1981” e di “essere stato messo nell’incarico dall’ingegnere Cocina per le sue qualita’ professionali”. Fazio dinanzi al Gip ha mostrato la documentazione delle sanzioni comminate per disservizi da giugno a ottobre del 2017, che ammonterebbero a oltre 150 mila euro. Dopo questo interrogatorio la Procura ha deciso di risentirlo domani pomeriggio.

L’inchiesta della Dia verte sul ruolo di alcuni del Comune di Catania e imprenditori per una gara da 350 milioni di euro in sette anni e l’appalto ‘ponte’ sulla raccolta di rifiuti vinto dal consorzio Seneco, di cui fanno parte Senesi e EcoCar, e su ‘regalie’ che le aziende avrebbero fatto per evitare controlli sull’appalto e sull’esecuzione dei lavori. Tra gli omaggi, smartphone e computer, viaggi di piacere, e persino l’affitto di una casa a Roma per le figlie universitarie del ragioniere comunale e l’assunzione a tempo indeterminato in aziende private dei loro fidanzati. Si trova in carcere l’imprenditore romano Antonio Deodati, 56 anni, che e’ stato interrogato per rogatoria a Roma. Agli arresti domiciliari e’ Antonio Natoli 46 anni, dipendente del consorzio Seneco, indagato per corruzione. Si e’ avvalso della facolta’ di non rispondere il ragioniere generale del Comune di Catania, Massimo Rosso, interdetto per un anno dai pubblici uffici, accusato di corruzione contraria a propri doveri. Gli interrogatori dovrebbero concludersi domani.