Catania

Mafia ed estorsioni: blitz dei Carabinieri, 8 persone in manette (foto)

Otto persone affiliate al clan “Santapaola-Ercolano” ritenuti responsabili, a vario titolo, di estorsione pluriaggravata in concorso sono state fermate dai carabinieri della compagnia di Gravina.

Si tratta di Rosario Cantone, 62 anni; Fabio Cantone, 31 anni; Alfio Carciotto, 51 anni; Antonio Carciotto, 26 anni; Salvatore Mazzaglia, 61 anni; Giuseppe Puglisi, 32 anni; Salvatore Puglisi, 39 anni e Salvatore Tiralongo, 43 anni.

Alfio Carciotto
Fabio Cantone
Giuseppe Puglisi
Rosario Cantone
Salvatore Mazzaglia
Salvatore Tiralongo
Salvatore Puglisi

Il 14 marzo 2018, all’esito di articolata attività investigativa è stata data esecuzione ad un provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania nei confronti di sette soggetti indagati per il delitto di estorsione pluriaggravata in concorso, con l’aggravante di avere agito con metodo “mafioso” ed al fine di agevolare il clan Santapaola-Ercolano.

In data 15 marzo 2018 il Gip di Catania, ritenuta la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza a carico sia dei sette soggetti fermati che di un ulteriore indagato che era già detenuto per altra causa, ha applicato a tutti la custodia cautelare in carcere.

Il provvedimento di fermo è stato eseguito dai Carabinieri della Compagnia di Gravina di Catania, nei confronti di soggetti che operavano e risiedevano nel comune di Mascalucia e territori limitrofi, ed ha riguardato soggetti affiliati o comunque vicini al clan “Santapaola-Ercolano”.

Grazie ad un continuo monitoraggio delle organizzazioni criminali di tipo mafioso operanti nella provincia etnea, i militari dell’Arma sono riusciti a liberare gli ennesimi imprenditori dalla morsa del c.d. “pizzo”.

Le vittime, titolari di tre farmacie di Mascalucia, da oltre 10 anni erano obbligate a pagare, con la minaccia di gravi ritorsioni, una somma annuale di 1000 euro per ciascuna farmacia. I militari dell’Arma, all’esito di servizi di intercettazione effettuati unitamente ad una serie di pedinamenti e servizi di osservazione, sono riusciti a fare emergere la responsabilità degli arrestati, che è stata poi confermata anche dalle dichiarazioni delle stesse vittime.

Alla luce delle risultanze investigative, la Procura Distrettuale di Catania disponeva il fermo degli indagati, ravvisando la necessità ed urgenza di agire sia perché dalla conversazioni intercettate emergeva il proposito di taluno degli indagati di fuggire all’estero avendo percepito il fatto di essere oggetto di attenzione investigativa, sia perché gli stessi soggetti si stavano organizzando al fine di porre in essere un’azione violenta nei confronti di un altro soggetto.

Tutti gli arrestati, come disposto dall’A.G., sono stati tradotti nel carcere di Catania Bicocca.