Catania

Migranti, tratta e sfruttamento minorenni dalla Nigeria: 2 fermi (vd e ft)

La Polizia di Catania ha posto in stato di fermo due persone indiziate dei delitti di tratta di persone in danno di connazionali e di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in concorso tra loro e con altri soggetti in Libia e in Nigeria.

Una coppia di nigeriani, Queen Enaye, di 38 anni, e Collins Omorgbe, di 31, sono stati fermati a Trento da personale della polizia locale e di Catania nell’ambito di un’inchiesta della Dda della Procura etnea su una tratta di africane arrivate in Italia su barconi carichi di migranti per essere avviate alla prostituzione.

Le indagini della squadra mobile di Catania erano state avviate dopo lo sbarco, l’11 ottobre 2017, di 134 migranti nel porto etneo. Tra loro tre nigeriane minorenni che erano state ‘comprate’ da Queen Enaye, la ‘maman’, e, sotto la minaccia di riti Ju Ju e del più temuto Aielallà, avrebbero dovuto ‘riscattare’ la loro liberazione versandole 30mila euro ciascuno.

Soldi che avrebbero guadagnato praticando, sotto costrizione, la prostituzione. Per la prima volta vittima della ‘tratta’ risulta essere anche un giovane fatto ‘arrivare’, per circa 6mila euro in Italia dalla coppia per avviarlo all’accattonaggio. Il Gip di Trento ha convalidato il fermo.

I reati sono aggravati dalla transnazionalità e dall’aver esposto a pericolo la vita o l’incolumità delle persone trasportate, che venivano fatte imbarcare su natanti occupati da numerosi migranti privi di ogni necessaria dotazione di sicurezza e di avere agito al fine di reclutare persone da destinare alla prostituzione e all’accattonaggio.

L’attività investigativa, condotta dalla Squadra mobile di Catania e dalla Squadra mobile di Trento, con il coordinamento della Dda, ha avuto inizio a seguito delle dichiarazioni rese dalla responsabile di un Centro di accoglienza su alcune minori giunte presso il porto di Catania l’11 ottobre 2017, a bordo della nave della Marina Militare francese ‘Ducuing’, insieme ad altri 134 migranti di varie nazionalità.

Le indagini hanno consentito di individuare un gruppo di trafficanti legati da rapporti di parentela, dislocati tra la Nigeria e l’Italia, dedito al reclutamento e al trasferimento in Italia di giovanissime connazionali. Le ragazze, estremamente vulnerabili per la minore età, per il basso livello di istruzione e l’estrema povertà, venivano destinate alla prostituzione nella provincia di Trento. Secondo quanto emerso dalle indagini, la donna che gestiva l’attività di prostituzione aveva l’incarico di curare l’immissione delle vittime nel circuito della prostituzione su strada onde assicurarne la “messa a reddito”.

Le indagini hanno consentito di accertare che le vittime venivano minacciate per essere sottomesse e soggiogate psicologicamente anche attraverso riti esoterici.

Collins Omoregbe, fermato con la convivente e connazionale Queen Enaye dalla polizia di Catania a Trento, ostentava la ricchezza accumulata grazia alla tratta delle giovani nigeriane.

Durante una festa vestito con un mantello rosso, con in testa un cappello di una nota griffe di moda, e uno scettro in mano lanciava in aria banconote e mazzette di soldi mentre camminava e danzava tra gli invitati di una festa.

Gli attimi sono contenuti in un video da lui stesso postato su Facebook: scoperto dagli agenti dalla squadra mobile della Questura etnea, fa parte degli atti dell’inchiesta della Dda della Procura. Durante l’esecuzione del fermo nella sua abitazione agenti di polizia di Catania e Trento hanno trovato lo scettro che teneva in mano.