Catania

Musica: “Suonare Uniedderè Project” il progetto di Flaviano Pennisi (ft e video)

“Il luogo più strano in cui mi sono esibito  è probabilmente la pescheria di Catania, in quanto è stata davvero un’esperienza particolare”. 
Lui è un giovane Catanese, Flaviano Pennisi, percussionista all’età di sette anni. A 18 anni inizia il suo percorso musicale studiando la batteria affidandosi alle cure del maestro scordiense Franco Barresi dal quale acquisirà tecniche fondamentali. Nel 2010 entra a far parte dell’accademia Cesm diretta dal maestro Enzo Augello, già allievo di Tullio De Piscopo. Protagonista in numerosi progetti musicali tra cui una collaborazione con il batterista Peppe Lo Iacono del gruppo Sugarfree, poi nel 2012 gli viene affidata l’apertura dello spettacolo del noto Dj Sanny J, esibendosi come percussionista solista e  nel 2015 ottiene un successo mediatico con il progetto “Strambazza Blues Band” rivisitando, insieme al chitarrista Marco Politino, alcuni pezzi storici del cantautorato italiano, fra i quali “Soli” del grande artista Toto Cutugno.

Ama e vive di musica, e per far conoscere l’arte delle percussioni e avvicinare i giovani al mondo della musica, ha pensato di prendere la sua batteria, le sue bacchette e scendere  in strada, suonando ovunque, in luoghi inconsueti, luoghi storici, luoghi di culto, quartieri difficili e dimenticati   della Sicilia, e sopratutto a qualsiasi orario. Non a caso il suo progetto musicale si chiama “Suonare Uniedderè Project”. 

Ho avuto il piacere di conoscere Flavio Pennisi che mi ha subito presentato il suo progetto, e ho voluto attraverso alcune domande farlo spiegare direttamente a lui con il suo entusiasmo e la voglia di trasmettere la passione e l’amore per la musica.

-Flaviano Pennisi musicista autodidatta sin da bambino inizia a suonare, chi è stato fonte d’ispirazione e cosa ti ha spinto a scegliere la batteria?

La mia prima fonte di ispirazione è stato mio padre che essendo un batterista è stato il mio primo maestro sin dalla tenera età di 7 anni ed è stato lui a darmi i primi consigli fondamentali e a “farmi fare le ossa” sullo strumento accompagnandolo mentre lui suonava la tastiera.

-Un percussionista fuori dal comune, quale è il tuo obiettivo principale? 

Il mio obiettivo principale è quello di far parlare sempre più di me e di diffondere ovunque l’amore viscerale che ho per la batteria portando ovunque il mio modo particolare di suonare questo strumento.

Parlaci un po’ del tuo ultimo progetto: da cosa nasce e come si sta evolvendo?

Il mio progetto, il “Suonare Unniedderè Project”, nasce dalla mia volontà di portare ovunque l’arte delle percussioni, dunque in qualsiasi luogo, a qualsiasi ora e dinnanzi alla qualsiasi tipologia di pubblico…voglio portare quest’arte anche in posti inconsueti, così come spesso ho fatto fino ad oggi, posti popolari, folkloristici, come ad esempio è stato per le tappe realizzate alla pescheria e allo storico mercato (fera o luni) di Catania. Intendo inoltre, attraverso il mio progetto, far riscoprire i fantastici luoghi della mia terra, anche quelli che spesso vengono dimenticati ed è a tal proposito che realizzo appunto un video per ogni tappa. Il progetto si sta evolvendo in maniera sorprendentemente positiva, e ormai è divenuta una vera e propria realtà. Ne hanno infatti parlato i giornali e le radio più importanti della mia terra e dell’Italia in generale ma non solo, ad occuparsi del mio progetto sono state anche riviste di Londra, quali per esempio, per citarne alcune, The Drummer’s journal e Music Crowns (importanti riviste londinesi). Prossimamente conto di estendere il progetto realizzando tappe in tutta Italia ma anche all’estero.

-Cosa suggerisci ai ragazzi che si vogliono avvicinare al mondo della musica? 

Ai ragazzi che vogliono avvicinarsi alla musica ed in particolare allo studio di uno strumento consiglio di affrontare il tutto in maniera seria e con caparbietà, perché se vuoi diventare un musicista nella vita devi studiare e allenarti come se fossi un atleta che si prepara per un olimpiade. Consiglio inoltre di essere umile ma mai falso modesto, naturalmente avvicinarsi alla musica è un qualcosa che consiglio a tutti i giovani perché molte volte lo studio di uno strumento può salvare una vita nel senso che, come ho già detto, gli studi musicali ti formano innanzitutto dal punto di vista disciplinare e ovviamente ti rubano così tanto tempo da averne poi poco per andare in giro e prendere cattive strade.