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Denuncia il pizzo ma Invitalia gli chiede 57 mila euro, Ventura: “Le mie azioni non sono valse a nulla”

Il 2019 per Daniele Ventura si apre nei modi peggiori.

Nel  2011 si ribellò alla mafia denunciando i suoi strozzini, e costretto a chiudere il locale non ha potuto ripagare il debito contratto con Invitalia, Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, S.p.A. partecipata al 100% dal Ministero dell’Economia, che in questi giorni  gli ha inviato un’ingiunzione di pagamento tramite la quale gli si chiede il pagamento di oltre 57 mila euro da effettuarsi entro 30 giorni dalla notifica dell’atto.

“È impensabile restituire 57mila euro in trenta giorni, ha dichiarato Daniele Ventura. Dopo la denuncia, ho dovuto chiudere il mio bar, di certo trovare lavoro non è stato semplice.  Da soli tre mesi lavoro nella concessionaria di Gianluca Maria Calì, altro imprenditore che ha sfidato il racket.  Guadagno 800 euro al mese. Come faccio a pagare 57mila euro?. Sono sconfortato, continua Daniele, significa che tutte le mie azioni non sono valse a niente?”