Omicidio in campagna: 3 fermati negano tutto, padre non risponde

Sono state cinque le coltellate che hanno raggiunto Giuseppe Dezio, agricoltore ucciso a Vittoria martedì.

Lo ha detto il sostituto Valentina Botti a seguito della prima ispezione cadaverica effettuata dal dottor Maurizio Spagni. Domattina invece l’interrogatorio di garanzia davanti al Gip Giovanni Giampiccolo. Del delitto sono sospettati Gaetano Pepi ed i figli Alessandro (rimasto leggermente ferito), Antonino e Marco. Tutti e quattro si trovano rinchiusi nella Casa circondariale di contrada Pendente a Ragusa e sono difesi dall’avvocato Santino Garufi.

Nei due colloqui di ieri, svoltisi nella caserma dei Carabinieri di Vittoria, prima come persone informate dei fatti e poi come indagati, ha confermato l’avvocato Garufi, si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere. “I tre figli si sono anche professati innocenti – ha detto il sostituto Botti – il padre si è invece avvalso solo della facoltà di non rispondere”.

La parte offesa è assistita legalmente dall’avvocato Isabella Linguanti che potrebbe nominare un consulente per assistere all’esame autoptico; esclude questa evenienza invece l’avvocato dei sospettati. I carabinieri durante i controlli che sono seguiti al delitto, pur non avendo trovato l’arma, un coltello con cui sarebbe stato sferrato anche il colpo mortale, hanno provveduto al sequestro di due armi: un fucile con matricola abrasa che era nel camion della vittima ed una pistola regolarmente registrata a Gaetano Pepi ma occultata in una serra di sua proprietà. Entrambe si trovavano in prossimità del luogo del delitto.

 “Le due famiglie avevano dei dissapori da anni – ha detto il colonnello Sigismondo Fragassi – non c’è motivo di ritenere possa essersi trattato di altro”.

Per cercare l’arma del delitto i carabinieri stanno seguendo le tracce di sangue che conducono in una serra.