Cronaca

Assegnazione terreni Asi, 7 indagati per abuso e falso (vd)

Sette persone sono state raggiunte da misure cautelari nell’ambito di un’inchiesta della Guardia di finanza in merito all’assegnazione da parte del Consorzio Asi di Catania, negli anni dal 2010 al 2014, di terreni ad imprese industriali nei comuni di Catania e Paternò. Gli indagati, raggiunti da un provvedimento del Gip del Tribinale etneo, devono rispondere a vario titolo di abuso d’ufficio e falsità in atti pubblici nell’assegnazione dei terreni. Tra di loro due pubblici ufficiali, che sono stati sospesi dall’esercizio della loro funzione.

Si tratta di Daniele Tricomi, 56 anni, dirigente dell’area tecnica del Consorzio Asi di Catania; e Carlo Caruso, 48 anni, collaboratore dell’area tecnica del Consorzio. L’attività d’indagine della Guardia di Finanza, convenzionalmente denominata “Family business”, ha preso avvio da una puntuale denuncia presentata alla Procura distrettuale dal presidente dell’Irsap – Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive, nella quale si segnalavano anomalie e violazioni normative nell’attività di assegnazione di lotti di terreno alle imprese richiedenti operata dall’Ufficio periferico dell’istituto.

L’Irsap è un ente pubblico non economico la cui finalità è quella di promuovere l’insediamento delle imprese nelle aree destinate allo svolgimento di attività produttive, attraverso lo sviluppo e l’implementazione delle azioni necessarie per favorire l’avvio di nuove iniziative produttive e per potenziare quelle già esistenti. L’articolata disciplina normativa regionale è stata concepita per favorire, da un lato, un razionale insediamento delle attività produttive nel territorio siciliano e, dall’altro, al fine ostacolare l’accesso di imprese riconducibili a organizzazioni mafiose.

Le indagini della Guardia di finanza sono state rivolte a verificare la regolare formazione delle graduatorie delle imprese richiedenti l’assegnazione di terreni; ed il rispetto dei termini perentori di realizzazione degli stabilimenti industriali.

Dalle attività di indagine, invece, è emersa una gestione “domestica” dell’ufficio periferico catanese dell’Irsap, “caratterizzata da manifeste e ripetute violazioni della normativa di riferimento unite a situazioni di palese conflitto d’interesse fra pubblici ufficiali e titolari delle aziende assegnatarie”, sottolineano gli investigatori. In particolare, i pubblici ufficiali Tricomi e Caruso, a fronte del mancato rispetto dei tempi di realizzazione e d’inizio dei lavori da parte dell’impresa assegnataria del terreno concesso, non avrebbero attivato la prescritta procedura di revoca della concessione e il contestuale trattenimento – a carico dell’impresa aggiudicataria – del 25% del prezzo corrisposto dalla stessa per la compravendita. In più, i due si sarebbero astenuti dall’adozione dei pareri tecnici di loro competenza nella circostanza in cui a beneficiare dell’assegnazione immobiliare è stata, in un caso, una società nella quale la proprietà è risultata divisa tra madre e moglie di Tricomi, e in un altro, un imprenditore in stretto rapporti d’amicizia con Caruso. Altra illecita condotta che ha integrato il delitto di abuso d’ufficio è consistita nel mancato rilevamento di interessi diretti di un soggetto non avente titolo per l’aggiudicazione; nella fattispecie in questione Caruso avrebbe omesso di riferire l’identità del titolare aziendale effettivamente beneficiario dell’assegnazione il quale – già sorvegliato speciale nonchè condannato per rapina, estorsione e bancarotta – ha prodotto, per il tramite dell’intestatario formale una fasulla “certificazione antimafia”. A tal proposito, le Fiamme gialle evidenziano come, inspiegabilmente, in relazione a molti dei terreni concessi dall’Irsap, non sarebbe stata neanche richiesta la certificazione antimafia per le società aspiranti all’assegnazione.

L’esercizio strumentale dei pubblici poteri operato da Tricomi e Caruso, secondo quanto accertato dalla Guardia di finanza, ha prodotto un evidente danno patrimoniale all’Irsap e, al contempo, ha favorito l’irregolare assegnazione di terreni a beneficio di imprese che, non rispettando lo stringente dettato normativo, hanno lucrato su un’acquisizione immobiliare realizzatasi a un valore nettamente inferiore rispetto a quello di mercato.

Tra i beneficiari dell’illegittima azione amministrativa, i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Catania, hanno individuato alcuni imprenditori, tutti destinatari della misura cautelare personale del divieto temporaneo di esercitare attività professionali e imprenditoriali nonchè dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Gli indagati sono Emanuele Tricomi, 61 anni, fratello del dirigente Daniele Tricomi, beneficiario di assegnazioni quale titolare della ditta individuale Neva, amministratore della Neva srl esercente l’attività di “compravendita di edilizia industriale” e titolare “effettivo” della Logex sas, esercente “l’attività di movimento merci relativo a trasporti terrestri”; Antonio Privitera, 61 anni, titolare dell’omonima ditta individuale assegnataria di un terreno per la realizzazione di un opificio da adibire alla produzione di mattonelle in cemento; Gaetano Caruso, 48 anni, già condannato per ricettazione, titolare “effettivo” della Hub Service srl esercente “l’acquisto, la vendita di immobili e fabbricati di qualsiasi genere”, società destinataria della concessione solo apparentemente attribuita all’indagato; Maurizio Luigi Maria Schillaci, 54 anni, rappresentante di una società inesistente, la Harem srl, e legato con il pubblico ufficiale Carlo Caruso da rapporti di abituale frequentazione, aggiudicatario di un terreno per la realizzazione di uno stabilimento industriale per strutture intermodali; Giovanni Fortunato De Maria, 54 anni, titolare occulto della Relti srl esercente l’attività di “assistenza alle imprese ed enti pubblici nelle questioni legate alla corretta gestione del territorio ed allo sviluppo sostenibile” e beneficiario di un’assegnazione di un terreno in assenza dei requisiti richiesti in quanto, tra l’altro, già sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale.