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Assenteismo: gli 81 ‘furbetti’ Comune Modica, testi li inchiodano

Va avanti il processo contro l’assenteismo di massa al Comune di Modica. Contro gli 81 dipendenti alla sbarra, in scena oggi i testimoni dell’accusa rappresentata dal pubblico ministero Sonia Vizzini. Il processo scaturisce da una indagine di Polizia e Finanza che si e’ chiusa con un blitz messo a segno l’11 maggio 2010. Davanti al giudice Elio Manenti prima il capitano Vincenzo Bovi all’epoca dei fatti comandante della tenenza della Guardia di finanza di Modica; poi l’ispettore in servizio al commissariato di Modica Giuseppe Lorefice. Hanno riferito quanto registrato da gennaio 2010 alla data dell’operazione scelta “appositamente – ha detto Bovi – perche’ nei giorni di rientro pomeridiano erano concentrate le condotte fraudolente”. Al momento del blitz riferisce Bovi “risultavano 42 presenti, 39 con regolare rientro timbrato. Di questi 42, diciannove risultavano timbrati ma non presenti”. Il ‘malvezzo’ che gli inquirenti hanno evidenziato riguarda timbratura e non presenza. “C’erano molti che timbravano piu’ cartellini, altri entravano e uscivano senza timbrare – racconta Lorefice – erano divisi in gruppi e uffici qualcuno timbrava per tutti anche dopo la chiusura. C’era chi entrava, apriva il Comune chiuso, timbrava come ‘straordinario’ e poi usciva”. Con mogli e mariti che dividevano quasi lo stesso ufficio e timbravano per il rispettivo coniuge. I pedinamenti avrebbero dimostrato che c’era chi andava in salumeria o dal barbiere o in visita a parenti. Episodi portati alla luce pure dalla testimonianza di Giovanni Laperna anch’egli in servizio al commissariato di Modica. Molte leobiezioni mosse dai collegi difensivi, tabulati di timbrature a cui non corrisponderebbero chiare contestazioni, ingressi ed uscite su cui gli inquirenti non hanno dubbi: in diversi casi risulterebbe l’assenza di permessi o servizi esterni in timbratura da mettere in correlazione alla presenza fisica dei dipendenti in municipio.