Bancomat ‘sradicati’ nell’Ennese, sgominata banda: nove arresti (vd)

Sgominata la banda del bancomat. Numerosi gli arresti eseguiti dalla Polizia di Stato di Enna al termine di un’indagine che ha fatto luce su un gruppo criminale specializzato nel furto di apparati bancomat negli ospedali di Leonforte e Nicosia.

In particolare gli investigatori delle Squadre Mobili di Enna e Catania, in collaborazione con il commissariato di Nicosia, hanno accertato la responsabilità degli arrestati in relazione al tentativo di furto dell’apparato bancomat dell’ospedale di Nicosia, nonchè del furto aggravato dell’apparato installato presso i locali del nosocomio di Leonforte che aveva fruttato 17.000. Tra gli arrestati anche il basista dell’Ennese che avrebbe fornito supporto logistico. Gli altri indagati sono invece del quartiere Librino di Catania.

Nel dettaglio, i poliziotti della Questura di Enna, segnatamente della Squadra Mobile di Enna – diretta dal vice questore aggiunto Gabriele Presti – in collaborazione con la Squadra Mobile di Catania ed il Commissariato di P.S. di Nicosia – hanno proceduto all’arresto – in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, richiesta dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Enna, Francesco Augusto Rio, ed emessa dal Gip presso il Tribunale di Enna Vittorio Giuseppe La Placa – di diversi soggetti, facenti parte di un sodalizio criminale, dedito alla commissione di furti di apparati bancomat nella provincia di Enna.

Il provvedimento restrittivo è stato eseguito a carico di: Mario Bonelli, di Nicosia, 25 anni; Angelo Magrì, 44 anni;  Pietro Verga, 41 anni; Angelo Verga, 25 anni; Vincenzo Verga, 42 anni: Michael Nicotra, 23 anni; Salvatore Sam Privitera, 19 anni; Giuseppe Caruso, 25 anni; Salvatore Cosentino, 23 anni tutti di Catania posti agli arresti domiciliari.

Le indagini

L’attività investigativa eseguita, diretta dalla Procura della Repubblica di Enna, ha avuto origine nel corso dei servizi tecnici svolti nell’ambito di altro procedimento penale relativo al delitto di estorsione perpetrato in danno di una ditta edile che stava eseguendo dei lavori pubblici in Nicosia, per cui è stato arrestato in flagranza di reato lo scorso ottobre Mario Bonelli.

Le indagini hanno consentito di accertare l’esistenza di un gruppo criminale, che vanta proprio nel Mario Bonelli il referente in questa provincia, costituito da soggetti tutti provenienti da Catania, che ha operato nei comuni di Leonforte e Nicosia, ove ha perpetrato furti di apparati bancomat, ubicati all’interno dei locali degli Ospedali dei due centri.

Dalla disamina dei contatti telefonici intrattenuti dal Bonelli nonché dal monitoraggio dell’autovettura Mercedes in uso allo stesso, è emerso che questi manteneva un periodico rapporto con parte degli odierni indagati al fine di prestare il proprio supporto logistico allorché il gruppo capeggiato da Angelo Magrì e Pietro Verga si recava in questa provincia per compiere i delitti in danno degli istituti di credito.

Nello specifico, dall’ascolto dei dialoghi intercettati e dall’analisi dei tabulati telefonici relativi alle utenze sottoposte a monitoraggio, si è dapprima accertata la responsabilità penale di Mario Bonelli, quale basista, e successivamente quella di Angelo Magrì quale mandante e di Pietro Verga quale materiale esecutore, in concorso ad altri soggetti successivamente identificati, in relazione al tentativo di furto dell’apparato bancomat della Bnl dell’Ospedale “Basilotta” di Nicosia, avvenuto la notte del 30 settembre 2015. In quell’occasione, il gruppo non riuscì a portare via l’apparato bancomat a causa dell’esplosione del congegno di sicurezza che comportava una copiosa fuoriuscita di inchiostro che rendeva inutilizzabili le banconote.

In secondo luogo, dall’ulteriore sviluppo investigativo si è appurato che il medesimo gruppo criminale, di volta in volta costituito da diverse batterie di soggetti  si è, altresì, reso responsabile del furto aggravato dell’apparato bancomat della Banca Nazionale del Lavoro (contenente all’interno la somma di €.17.830,00) installato presso i locali dell’Ospedale “Branciforti – Capra” di Leonforte, evento delittuoso avvenuto la notte del 7 ottobre 2015.

La figura del Bonelli, quale basista di fiducia del gruppo, si delineava in maniera netta già in occasione del primo episodio delittuoso allorché il giovane, durante gli spostamenti effettuati nel corso della notte del 30 settembre 2015 – data in cui, come accennato, veniva perpetrato il tentato furto presso l’Ospedale “Basilotta” di Nicosia – si muoveva a bordo della propria autovettura da Nicosia (EN) a  Leonforte (proprio in prossimità dell’Ospedale Branciforti-Capra) al fine di condurre in quel luogo i propri complici che, poco prima, avevano invano tentato di impossessarsi del bancomat a Nicosia.

Ad eccezione del basista Bonelli, tutti i soggetti facenti parte del gruppo criminale sono provenienti da Catania e segnatamente dal quartiere Librino. Molti di loro, fra l’altro, abitano in quella zona al civico nr. 21 di Viale Moncada. Detto indirizzo, da cui trae origine il nome dell’operazione, fra l’altro, costituiva il luogo di ritrovo e di appuntamento fra i soggetti, anche per avviare le loro attività delittuose.

Nel corso della captazione dei dialoghi telefonici fra gli indagati è emerso come gli stessi per comunicare tra loro, al fine di organizzare i “raid” notturni, utilizzassero un linguaggio criptico, caratterizzato sovente da metafore calcistiche; venivano, infatti, concordati in modo convenzionale degli incontri di “calcetto” con schieramento delle relative squadre in campo. In queste fantomatiche “partite” i soggetti indicavano quale squadra avversaria quella “formata” dalle forze di polizia. Infatti, se nel corso dei sopralluoghi constatavano la presenza di polizia, rimandavano il colpo adducendo che per quella serata “l’altra squadra era più forte”. Inoltre, quando non riuscivano a concretizzare i colpi per la defezione di alcuni complici, anche alcuni familiari, a conoscenza degli “affari”, commentavano il comportamento “pusillanime” del correo “che aveva paura di giocare”.

Altre metafore utilizzate dagli indagati nel corso delle varie fasi della perpetrazione di furti, per indicare la presenza di forze di polizia sul territorio, richiamavano contesti metereologici, sicché, di volta in volta, veniva detto: “sta piovendo forte”, oppure, “c’è caldo”.

Le positive risultanze raccolte dagli investigatori venivano dunque rassegnate al pubblico ministero della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna, Francesco Augusto Rio, titolare delle indagini, il quale chiedeva l’emissione della misura cautelare a carico degli indagati.

Misure quest’ultime disposte dal Gip presso il Tribunale di Enna, La Placa, ed eseguite nella mattinata odierna dai poliziotti della Squadra Mobile di Enna insieme alla Squadra Mobile di Catania ed al Commissariato di P.S. di Nicosia.

Al termine delle operazioni, gli indagati venivano sottoposti al regime degli arresti domiciliari.