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Droga: nuovi sviluppi indagine “Intreccio”, tre arresti

I carabinieri hanno arrestato 3 persone, e una quarta è attualmente ricercata, accusate di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio.

Gli arresti di oggi si inseriscono nel più ampio contesto criminale disarticolato con l’indagine “Intreccio” condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Messina. Il 17 luglio del 2014, infatti, nelle province di Messina e Catania, i Carabinieri hanno eseguito 11 misure cautelari personali emesse dal Gip di Messina nei confronti di altrettanti soggetti indagati a vario titolo per reati in materia di stupefacenti ed armi. Le indagini, condotte tra il 2011 ed il 2012, oltre che individuare l’organizzazione malavitosa messinese smantellata a luglio del 2014, hanno svelato l’esistenza e l’operatività di una autonoma cellula criminale, dedita al traffico ed allo spaccio di droga nel capoluogo etneo ed a Giarre. Per questo motivo, la Direzione distrettuale antimafia di Messina aveva rimesso i relativi atti di indagine ai colleghi di Catania, competenti per territorio, che hanno richiesto al gip i provvedimenti di custodia di oggi. Le indagini hanno consentito di far luce su una associazione finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti attivo nel capoluogo etneo. Sono emersi elementi di prova a carico degli arrestati tali da far ritenere l’esistenza di una, contenuta nel numero, ma agguerrita associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina a Catania e nell’hinterland. Il ruolo centrale veniva rivestivo da uno degli individui che si occupava della gestione dell’organizzazione con autorevolezza, impartendo ai consociati disposizioni per la realizzazione delle operazioni di acquisto e rivendita dello stupefacente, la tenuta della contabilità necessaria a garantire gli approvvigionamenti e la raccolta del denaro necessario mediante la puntuale riscossione dei crediti, il cui adempimento veniva inesorabilmente preteso anche con modalità minacciose. Che costui avesse un ruolo apicale, lo dimostra anche il fatto che veniva chiamato dagli altri componenti “zio”, quasi a volerne sottolineare l’autorevolezza. Nel corso delle indagini i militari hanno accertato ancora come gli spacciatori preferissero i contatti diretti con i clienti e quando erano costretti ad affidarsi ai telefoni cellulari, tutti adottavano particolari cautele per “criptare” la conversazione parlando di “motorino”, “macchina” o “camion” per intendere lo quantità dello stupefacente da spacciare. In qualche caso il quantitativo veniva indicato con il valore corrispondente (ad esempio “50 euro”). Sono ancora in corso le ricerche del quarto sfuggito alla cattura. Tre persone dunque sono state arrestate: In manette sono finiti i catanesi Luigi Arena, di 24 anni, Antonio Cosentino, di 26 anni, e Agatino Ecora, di 25 anni. Tutti devono rispondere di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. Dopo le formalità di rito i tre arrestati sono stati rinchiusi nel carcere di Piazza Lanza.