Nella tarda serata di ieri 19 Luglio 2018 il Giudice Collegiale presso il Tribunale di Enna ha emesso la sentenza nei confronti dei soggetti – che avevano scelto il rito ordinario – arrestati nell’ambio delle Operazioni Discovery e Discovery 2, eseguite dalla Polizia di Stato, rispettivamente nel giugno e nell’ottobre del 2015, coordinate dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta.
In particolare nel giugno 2015, con l’Operazione “Discovery”, i poliziotti della sezione “Criminalità Organizzata e Straniera” della Squadra Mobile di Enna eseguivano il provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, a carico di 13 soggetti, operanti nella zona nord della provincia, ed in particolare nel territorio cittadino del comune di Troina, riferibili ad un’associazione criminale di tipo mafioso riconducibile a “cosa nostra”, legata all’area criminale catanese dei “Santapaola”, ed in particolare alla famiglia di “cosa nostra” di Aci Catena.
A proseguimento dell’attività investigativa, gli uomini della Squadra Mobile di Enna, nell’ottobre 2015 mettevano in atto l’Operazione Discovery 2, eseguendo un’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. di Caltanissetta – su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta – a carico di 11 soggetti facenti parte di un gruppo criminale operante in Cerami.
Ieri, la sentenza del Giudice Collegiale, accogliendo sostanzialmente l’impianto accusatorio della Procura Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, condannava in primo grado gli imputati, rispettivamente:
condannati, a vario titolo, per il delitto di associazione per delinquere di stampo mafioso, ed alcuni di essi anche per altri gravi fatti, quali furti, rapina, estorsioni, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco;
Gli imputati, altresì, sono stati condannati, alcuni in perpetuo, altri temporaneamente, alla pena accessoria dell’interdizione di pubblici uffici, ed ad alcuni è stata inflitta anche la misura di sicurezza della libertà vigilata, da scontare dopo la pena principale.
Inoltre, i soggetti sono stati al risarcimento del danno in favore delle parti civili costituite, fra cui alcune persone offese, Enti Pubblici e diverse Associazioni che promuovono la legalità.
Altri soggetti indagati per i medesimi fatti, che avevano scelto il rito abbreviato, sono stati già condannati in primo grado a pesanti condanne, a seguito di pronuncia emessa dal G.U.P. presso il Tribunale di Caltanissetta, nel mese di Giugno 2016.