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Per gelosia, sfonda la porta, devasta casa e picchia una donna: arrestato

Nella tarda mattinata di ieri personale del Commissariato Centrale, in servizio di pattuglia, ha arrestato in flagranza di reato il pregiudicato catanese Musumeci Michele classe 1989, responsabile di maltrattamenti in famiglia, atti persecutori e lesioni personali.

Poco prima, infatti, era giunta una telefonata al 113, nel cui corso una donna aveva segnalato di essere stata aggredita dal convivente.

In effetti, i poliziotti, giunti in pochi attimi sul posto da cui era partita la richiesta d’aiuto, hanno immediatamente individuato il Musumeci – a carico del quale sono risultati precedenti per lesioni personali, percosse, danneggiamento ed ingiurie – e lo hanno immediatamente condotto in ufficio.

Qui è emersa la storia della donna che, avendo intrattenuto una relazione da diverso tempo con quell’uomo, era stata fatta oggetto di violenze psicologiche e fisiche e di atti persecutori, tutto ciò sin dall’inizio del rapporto.

In particolare, è stato accertato che l’arrestato, nel corso della relazione amorosa, si era sempre dimostrato molto aggressivo, minacciando la compagna in più circostanze, costringendola a vivere in uno stato di soggezione psicologica e di paura, motivi che l’avevano indotta a non denunciare le violenze subite.

E in diverse occasioni, il Musumeci non ha esitato a picchiare la donna.

L’apice della violenza è stato raggiunto nella mattinata di ieri, allorquando il Musumeci al culmine dell’ennesima discussione originata da motivi di gelosia, dopo aver danneggiato la porta d’ingresso, ha colpito la vittima al viso e a un braccio, non prima di aver devastato l’appartamento all’interno del quale gli agenti operanti l’hanno rintracciata in lacrime ed in preda ad un forte stato d’ansia.

Per le lesioni riportate la giovane è stata medicata e refertata al pronto soccorso dell’ospedale Garibaldi e giudicata guaribile in gg. 5.

Il Musumeci, al termine delle formalità di rito come disposto dal Pubblico Ministero, è stato posto agli arresti domiciliari in attesa di essere giudicato con rito direttissimo.