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Sicilia, si è costituito Comitato regionale “Generazione precari della sanità siciliana”

“La sanità siciliana – si legge nel Manifesto del Comitato Regionale “Generazione Precari della Sanità Siciliana – versa in gravi difficoltà a causa della mancata rimodulazione delle reti assistenziali e delle conseguenti carenze di organico del personale medico e sanitario. Infatti, la normativa vigente obbliga tutte le Regioni a rimodulare la propria offerta assistenziale, sula base della quale definire il fabbisogno di medici e professionisti sanitari. Ad oggi, tuttavia, l’assistenza dei cittadini e il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza sono garantiti dalle centinaia di precari medici e sanitari che, nonostante il superamento di numerose procedure concorsuali, continuano a prestare la loro opera in attesa di una stabilizzazione o assunzione”.

Il Comitato si è dato l’obiettivo di tutelare il diritto alla salute dei cittadini siciliani e superare la grave situazione di stallo in cui, oggi, versano sia la sanità che gli operatori sanitari siciliani, molti dei quali (troppi per il Comitato) prestano la loro opera con  rapporto di lavoro a tempo determinato o atipico o in regime di rapporto libero-professionale, senza la garanzia delle tutele minime.

Chiede anche di attivare le procedure di immissione in ruolo dei medici vincitori di concorso a tempo indeterminato e degli idonei in graduatoria collocati in posizione utile ed in scadenza al 31 dicembre 2016. Per i promotori del Comitato si tratterebbe di un intervento “a costo zero”, che potrebbe essere realizzato attraverso il superamento del blocco delle assunzioni nelle Regioni sottoposte agli effetti dei Piani di rientro che non abbiano realizzato la rimodulazione delle reti assistenziali, stabilito dalla Legge di Stabilità 2016, ricorrendo ad una delle due seguenti ipotesi di lavoro: o l’ immediata dichiarazione da parte del MEF della non efficacia del vincolo per le Regioni in Piano di consolidamento, annoverando tra queste la Sicilia, e che documentino carenze di personale, in modo da procedere nell’immediato all’assunzione dei vincitori di concorso e degli idonei a tempo indeterminato nonché al varo di concorsi nell’area delle emergenza-urgenza e nei settori carenti per poter garantire i LEA, oppure introducendo in sede di approvazione della Legge di Stabilità 2017 una deroga al comma 541 della Legge n. 208/2015, ai fini dello sblocco delle assunzioni dei vincitori di concorso a tempo indeterminato, prevedendo una contestuale proroga, limitata ad un massimo di tre mesi, delle graduatorie vigenti, in modo da porre in essere le procedure di assunzione dei medici vincitori di concorso a tempo indeterminato e degli idonei in graduatoria collocati in posizione utile  entro tale orizzonte temporale.

Il Comitato chiede anche l’avvio delle procedure concorsuali riservate per coloro che hanno maturato i requisiti (contratto di lavoro subordinato a tempo determinato presso enti sanitari del medesimo ambito regionale, di almeno tre anni di durata, anche non continuativi, nell’ultimo quinquennio maturata al 30/10/ 2013) per la stabilizzazione, ai sensi del DPCM “salva precari” .Chiede poi che siano utilzizati i fondi annunciati in Legge di Stabilità 2017, unitamente ai risparmi derivanti dalla rimodulazione delle reti assistenziali e dall’entrata in quiescenza dei ruoli del SSR, per l’avvio, a partire dal 2017, di nuove procedure concorsuali a tempo indeterminato, fatte salve le prerogative riconosciute dalle normative vigenti a coloro che, da anni, lavorano con contratto a tempo determinato, nonché alla selezione di ulteriori profili a tempo determinato, laddove necessario.

Infine, c’è la richiesta di attivazione di procedure di selezione per l’accesso ai ruoli del SSN che tutelino anche gli operatori sanitari che, in atto, prestano la loro opera nell’ambito del servizio sanitario regionale con varie forme di contratto flessibile (contratti atipici), valorizzandone le competenze e l’esperienza maturate, nonché quella di adozione di un sistema di selezione a graduatoria regionale, già in uso in altre Regioni, in modo da  garantire la massima trasparenza alle procedure concorsuali e prevenire eventuali speculazioni della politica clientelare e ridare centralità e dignità al merito ed alle competenze professionali.