Economia

Report Diste, Busetta: “un milione e 700 mila poveri”

Per la prima volta nell’ultimo decennio, nel 2019, l’evoluzione dell’economia siciliana potrebbe risultare piu’ favorevole rispetto alla dinamica nazionale. Il “sorpasso” potrebbe arrivare in una fase di rallentamento dell’economia italiana e, secondo l’analisi del Report Sicilia di Diste Consulting per Fondazione Curella, sarebbe favorito piu’ che altro dalla particolare struttura produttiva della Sicilia, molto sbilanciata a favore dell’agricoltura e del terziario pubblico e privato, settori che avvertono meno gli effetti delle tensioni congiunturali. Paradossalmente, al sorpasso contribuirebbe lo scarso peso delle esportazioni sui mercati esteri, previsti in fibrillazione per la probabile intensificazione delle misure protezionistiche. Le proiezioni indicano una crescita del PIL in volume dell’1,2% a fronte di un +1% su scala nazionale. Persisteranno le difficolta’ esistenti sul mercato del lavoro: l’occupazione crescera’ dello 0,6%, mentre il tasso di disoccupazione dovrebbe conservare l’elevato livello del 2018 (21,3%). Al sostegno fornito dagli investimenti (+2,9%) si dovrebbe associare una discreta ripresa dei consumi (+1,1%), che beneficeranno dell’espansione del turismo. Sul fronte della produzione, si prevedono sviluppi estesi sia ai settori che producono beni sia a quelli che erogano servizi.

“Crescita assai moderata per l’economia siciliana nella prima parte di quest’anno anche per la debolezza dei consumi delle famiglie, frenati anche dalla poco favorevole dinamica dell’occupazione”. Lo afferma l’economista Pietro Busetta, responsabile scientifico del Report Sicilia, commentando i dati del rapporto sulla situazione nell’Isola, realizzato dal Diste Consulting per Fondazione Curella. “Nonostante la spesa sia contratta – prosegue – si e’ affiancata una positiva accelerazione degli investimenti in beni strumentali, sostenuti, tra l’altro, dagli incentivi fiscali dovuti alle leggi di bilancio dell’ultimo biennio”. Secondo il Report Sicilia, la spesa dei residenti quest’anno continuera’ a risentire, oltre che della precarieta’ del mercato del lavoro, delle condizioni di disagio di larghi strati della popolazione: si stimano circa 1 milione e 700 mila siciliani in condizioni di poverta’ relativa, dei quali quasi 700 mila in poverta’ assoluta (100.000 in piu’ dell’anno precedente), 1,3 milioni di famiglie che non possono far fronte a spese impreviste, 330 mila giovani (tra i 15 e i 29 anni d’eta’) che non studiano e non lavorano. “In Emilia Romagna, una delle regioni piu’ sviluppate del Paese – aggiunge Busetta – il tasso di disoccupazione del primo trimestre e’ pari al 6,5%, era al 7% dodici mesi prima, mentre il tasso di occupazione arriva al 68,4%. Un semplice calcolo dimostra che per pervenire a quei parametri ottimali gli occupati in Sicilia dovrebbero ammontare a non meno di 2 milioni 250 mila unita’, per cui mancherebbero all’appello circa un milione di lavoratori”.