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Grotte conferisce cittadinanza onoraria a Matteo Collura

Carmen Butera

“Il Consiglio comunale ha conferito la cittadinanza onoraria allo scrittore giornalista Matteo Collura, figlio del grottese Bartolomeo, perché col suo romanzo “Baltico” ha reso nota l’epopea dei minatori di Grotte facendo assurgere il nostro paese a metafora dei sud del mondo”.

Il sindaco Fantauzzo e Collura

La pergamena con la motivazione

In calce la firma del sindaco Paolo Fantauzzo e del presidente del Consiglio comunale Antonio Carlisi. C’è poco da dire, la pergamena è chiarissima, Matteo Collura ha seminato vento di passioni e adesso raccoglie la  tempesta degli affetti di Grotte. Un paesino coriaceo e scissionista che non volle essere colonia per la sua diversità di concepire il mondo e la vita.

La sala dell’ex cinema di Grotte, Santino Lo Presti e Gaspare Agnello

Fa cenno agli sprazzi di calvinismo e giansenismo che attraversarono Grotte nella sua storia, Matteo Collura nella sua prolusione di ringraziamento e non può fare a meno di citare il giansenista Blaise Pascal  mutuandone gli estremi dubbi e l’estrema umiltà quando fa sua la confessione del pensatore di Port Royal: ”Non so chi mi abbia messo al mondo, né che cosa sia il mondo, né che cosa io stesso. Sono in un’ignoranza spaventosa di tutto. Non so che cosa siano il mio corpo, i miei sensi, la mia anima e questa stessa parte di me che pensa quel che dico, che medita sopra di tutto e sopra se stessa, e non conosce sé meglio del resto. Vedo quegli spaventosi spazi dell’universo, che mi rinchiudono; e mi trovo confinato in un angolo di questa immensa distesa, senza sapere perché sono collocato qui piuttosto che altrove, né perché questo po’ di tempo che mi è dato da vivere mi sia assegnato in questo momento piuttosto che in un altro di tutta l’eternità che mi ha preceduto e di tutta quella che mi seguirà. Da ogni parte vedo soltanto infiniti, che mi assorbono come un atomo e come un’ombra che dura un’istante, e scompare poi per sempre. Tutto quel che so è che debbo presto morire; ma quel che ignoro di più è, appunto, questa stessa morte, che non posso evitare. Quando considero la breve durata della mia vita, assorbita nell’eternità che precede e che segue il piccolo spazio che occupo e che vedo inabissato nell’infinita immensità degli spazi che ignoro e che m’ignorano, mi spavento, e mi stupisco di vedermi qui piuttosto che là, perché non c’è ragione che sia qui piuttosto che là, adesso piuttosto che allora. Il silenzio eterno degli spazi infiniti mi sgomenta”.

In vena di citazioni letterarie, di aforismi e di rimandi metaforici, lo scrittore Collura non può fare a meno di inserire la sua: “Noi siciliani ci consideriamo perfetti a tal punto di non cambiare per evitare di peggiorarci”. E fa una distinzione sui guasti che può provocare l’isolamento di borghi e paesi, definendo salutare l’isolamento di Grotte evitandogli perdite di civiltà e identità.

Anche in tema di campanilismo e di presunta guerra fredda tra Racalmuto e Grotte, lo scrittore Collura risana e concilia la memoria storica con l’esibire una dedica autografa di Leonardo Sciascia, la cui fotocopia regala al sindaco: ”A Matteo Collura, da racalmutese a grottese finalmente in pace i due paesi vicini – affettuosamente Leonardo Sciascia. Milano 14-3-82”. 

 

Autografo di Sciascia

Pregevole e esauriente come summa biografica di Collura l’intervento di Ottavio Rossani del Corriere della sera che ha motivato la sua presenza a Grotte “prima come amico, poi come testimone e infine come critico letterario”.

Rossani infatti è responsabile del blog-poesia del Corriere e conosce da decenni il collega Collura di cui apprezza la produzione letteraria che tenne a battesimo a Milano nella Libreria Sormani (“Associazione indigenti”) fino a quella che chiama “saggistica in forma di racconto” con riferimento ai saggi scritti da Collura su Leonardo Sciascia, una insuperabile biografia, e su Luigi Pirandello da cui nessuno studioso può prescindere.

Nenè Sciortino

Tutte testimonianze esclusive, “storie esemplari di un uomo esemplare e di una scrittura esemplare”, testimonianze, rileva ancora Rossani che non si cristallizzano nella sicilianità ma diventano scrittura europea, più ampia e articolata con l’ultimo libro “La badante” editore Longanesi.  Molti brani  delle opere di Collura e soprattutto di “Baltico” sono stati piacevolmente letti e recitati da Carmen Butera con interventi musicali di Nenè Sciortino.

Altre testimonianze  le hanno recate l’operatore culturale Gaspare Agnello insieme al sindaco Fantauzzo  e a Santino Lo Presti che ha moderato la serata. Per la cronaca applausi divertiti hanno tributato gli scolari della scuola media presenti alla manifestazione allorchè Rossani, da buon amico dello scrittore, ha rivelato  che Collura oltre ad amare i fumetti di Tex Willer, il grande cinema e la musica classica,  essendo stato da ragazzo lavorante in sartoria è  socio di una associazione di sarti milanesi. Dopo la grandezza letteraria un tocco di “normalità” non poteva sortire effetto migliore.

Rossani , Margherita Rimi e Collura

 Le foto sono di Diego Romeo