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Tentato omicidio a Palma di Montechiaro, la parola agli avvocati dei Bracco

Si è celebrata ieri davanti il collegio di giudici presieduto da Luisa Turco (a latere Alessandra Tedde e Giancarlo Caruso) una udienza relativa al processo – che si svolge col rito abbreviato – a carico di Luigi e Giuseppe Bracco, rispettivamente di 59 anni e 30 anni, padre e figlio, imputati per il tentato omicidio nei confronti dell’ex genero/ cognato, Epifanio Cammarata, avvenuto nel novembre del 2014 e per porto illegale di arma da sparo in luogo pubblico. Il fatto avvenne nelle campagne di Palma di Montechiaro.

Ieri a fare la sua arringa è stato l’avvocato Giovanni Castronovo che difende i due imputati palmesi. Nelle udienze precedenti l’accusa, rappresentata dal pm Carlo Cinque, aveva chiesto 16 anni di carcere per Giuseppe Bracco e 9 anni di reclusione per Luigi Bracco.

Giuseppe. Cammarata fu ferito a colpi di pistola ad una mano mentre si trovava all’interno della sua Mercedes in contrada Cippolina, a Palma di Montechiaro. Il movente è da ricercarsi in un contesto di controversie di natura familiare, così come illustrato dal pm Cinque durante la requisitoria, venendosi a configurare il tentato omicidio proprio perché si è fatto fuoco contro una persona inerme.

Di parere opposto la difesa – rappresentata dagli avvocati Castronovo, Scopelliti e Lo Monaco – secondo cui il reato che si configurerebbe è quello di lesioni – basandosi su quanto dichiarato dai periti medici del Tribunale e della difesa – secondo cui non sono stati attinti colpi ad organi vitali.

Cammarata – che aveva subito in precedenza un altro agguato a colpi di pistola riuscendosi a mettersi in salvo nell’androne di un condominio  – non ha mai collaborato.