Si sono svolti questa mattina, davanti il gip del tribunale di Agrigento Giuseppe Miceli, gli interrogatori di garanzia di due dei quattro indagati raggiunti da misura cautelare nell’ambito dell’inchiesta “Mosaico bis” – eseguita negli scorsi giorni dalla Squadra Mobile guidata dal vicequestore aggiunto Giovanni Minardi – che ipotizza un traffico di sostanze stupefacenti e armi a Favara. In tutto sono 26 gli indagati, quattro dei quali raggiunti da misure cautelari (3 arresti domiciliari e 1 obbligo di dimora). L’inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore Paola Vetro.
Il primo a comparire è stato il favarese Luigi Deriu, 37 anni, finito ai domiciliari. L’indagato, difeso dall’avvocato Salvatore Virgone, si è avvalso della facoltà di non rispondere e non ha risposto alle domande del giudice. Antonino Sortino, 27enne di Favara difeso dall’avvocato Salvatore Cusumano, ha invece risposto provando a chiarire la sua posizione. Il legale ha altresì avanzato richiesta di revoca della misura cautelare a cui attualmente è sottoposto (obbligo di dimora). Gli interrogatori di altri due indagati finiti ai domiciliari – Gerlando Russotto, 32 anni e Stefano Di Maria, 30 anni – si svolgeranno nei prossimi giorni.
L’indagine, cristallizzata tra il 2018 ed il 2021, ipotizza un traffico di sostanze stupefacenti e di armi principalmente a Favara e rappresenta la naturale prosecuzione dell’ormai nota inchiesta “Mosaico” che fece luce su una lunga scia di sangue tra la Sicilia e il Belgio. L’attività degli agenti della squadra mobile ha portato alla luce un altro segmento investigativo grazie a pedinamenti e intercettazioni disposte proprio nell’ambito dell’operazione Mosaico.