Giudiziaria

Canicattì, “sparò al rivale in amore”: Scaccia davanti al Gup

Il giudice Alessandra Vella ha fissato per il 13 giugno – presso l’aula Gup del Tribunale di Agrigento – l’udienza preliminare in relazione alla richiesta di rinvio a giudizio – avanzata dal sostituto procuratore della Repubblica di Agrigento Alessandra Russo – nei confronti di Gianluca Scaccia, 34 anni di Canicattì, accusato del tentato omicidio del compaesano Vincenzo Curto avvenuto nel giugno 2017. 

La sparatoria, per come è stata narrata dal reticente (inizialmente) Vincenzo Curto sarebbe avvenuta  nella zona alta del quartiere popolare di Borgalino in contrada Montagna.

I tre colpi di pistola hanno centrato il trentatreenne alla parte destra del torace e l’ogiva è stata rinvenuta e sequestrata dai carabinieri. Altri due colpi avrebbero invece attraversato la gamba destra della vittima e le ogive, in questo caso, sono state ritrovate e sequestrate dai poliziotti del Commissariato di Canicattì guidati da Valerio Saitta.

L’attività investigativa di Polizia e Carabinieri ha permesso di giungere a quelle che, secondo gli investigatori, sarebbero certezze: a sparare sarebbe stato Scaccia al culmine di una lite scoppiata durante un incontro che avrebbe dovuto rivelarsi chiarificatore. Il movente sarebbe di natura passionale.

Gianluca Scaccia – difeso dall’avvocato Angela Porcello – è già noto alle forze dell’ordine per esser stato – nel 2012 – arrestato insieme ad altre due persone per detenzione di stupefacenti, armi e munizioni. Anche Curto aveva qualche precedente. L’ultimo dei quali lo aveva portato in carcere per reati legati al dopo separazione dalla moglie.

Titolare del fascicolo d’inchiesta è il magistrato Alessandra Russo che ha ereditato il caso dal sostituto procuratore Carlo Cinque.