Giudiziaria

Cattura del latitante Cesare Genova, prima dell’arresto fu riconosciuto a lavorare in un terreno a Palma di Montechiaro

E’ ripresa l’udienza del processo che si sta celebrando a carico di Cesare Genova, boss ergastolano (per omicidio) riuscito ad evadere durante un permesso premio dal carcere di Rebibbia, tre carabinieri – Giuseppe Federico, Umberto Cavallaro e Andrea Mirarchi (il quarto, Angelo Santamaria, è stato assolto dall’accusa di omessa denuncia) – e una rete di presunti fiancheggiatori come il romano Aurelio Nardella, i sanbiagesi Carmela Savina Forte e Vincenzo Noto, ed i fratelli palmesi Calogero e Francesco Burgio. 

In aula è stato escusso il maresciallo Marciante, all’epoca in servizio presso la stazione dei carabinieri di Palma di Montechiaro: “Abbiamo fornito supporto logistico alla Compagnia di Licata per la ricerca di un latitante. Alcune informazioni le ricavammo in seguito all’arresto di un cittadino della Romania pizzicato con delle armi. Trovammo un’abitazione nelle campagna di Palma di Montechiaro e incontrai casualmente Cesare Genova – ma lo riconobbi soltanto in seguito dalle foto segnaletiche – mentre lavorava in un terreno. Si faceva chiamare “Zio Peppe”.

Il processo – che si sta celebrando davanti al collegio presieduto dal giudice Luisa Turco ( a latere i magistrati Enzo Ricotta e Rosanna Croce) – riprenderà il prossimo 11 luglio. L’accusa è rappresentata dal sostituto procuratore della Repubblica, Alessandra Russo. Le difese, a vario titolo, dagli avvocati Lucia, Pennica, Collura, Russello e Quattrocchi.