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Stato-mafia: Borsellino Mutolo e le stragi, sentito ex Pm Natoli

“A me non risulta che Mutolo avesse fatto riferimento ad abitazioni date a magistrati e investigatori. Ne’ che avesse fatto il nome di Contrada e del pm Signorino. Solo dopo la morte di Borsellino alcuni colleghi magistrati, amici, quali Scarpinato, Principato e Teresi mi dissero una cosa del genere”. Lo ha detto stamattina l’ex presidente della Corte di appello di Palermo Gioacchino Natoli, deponendo al processo sulla trattativa tra Stato e mafia. Citato come teste dalla difesa dei generali Mario Mori e Giuseppe De Donno, Natoli – oggi capo dipartimento addetto alla riorganizzazione degli uffici giudiziari del ministero della Giustizia – ha ripercorso gli ultimi mesi del 1991 e poi del 1992, le stragi di Capaci e via D’Amelio, e gli ultimi giorni di vita del giudice Paolo Borsellino. Natoli – assieme a Guido Lo Forte e allo stesso Borsellino – si occupo’ di “sentire” Gaspare Mutolo che, nel giugno 1992 (a meno di un mese dalla morte di Falcone) manifesto’ la volonta’ di collaborare. I pm palermitani volarono a Roma e uno degli ultimi “lavori” di Borsellino – il 16 e 17 luglio 1992 – fu proprio questo. “Borsellino aveva perplessita’ sulla reale volonta’ di collaborazione da parte di Mutolo. Lo ascoltammo diverse volte. L’ultima giovedi’ e venerdi’ prima che Borsellino venisse ucciso. Mai, davanti a me, Mutolo fece riferimento a quanto poi, successivamente, appresi dai miei colleghi. Per questo ho desunto che – ha aggiunto – poteva averne parlato a solo con Mutolo. Ma io non l’ho mai saputo”.

“Borsellino si occupava di mafia e dopo la strage di Capaci – ha detto Natoli rispondendo alle domande dell’avvocato di Mario Mori, Basilio Milio – mi chiese se avevo ancora copia del rapporto ‘mafia e appalti’ che voleva rileggere nuovamente. Ma non era piu’ nella mia disponibilita’”. Il 16 luglio il pool di magistrati palermitani in trasferta a Roma per “sentire” Gaspare Mutolo si trattenne a cena nella Capitale. Una cena a cui era presente anche l’ex senatore Carlo Vizzini. Sentito al scorsa udienza Vizzini aveva detto: “Mi chiamarono al telefono dicendomi che avevano finito di lavorare con Mutolo e che potevamo andare a cena. Con il dottore Borsellino c’erano anche Guido Lo Forte e Gioacchino Natoli. Con questi ultimi avevo rapporti di frequentazione, non con il dottore Borsellino che consideravo un magistrato ineguagliabile. Parlammo e ci confrontammo sulla mafia come fenomeno sistemico e io manifestai il mio convincimento politico su una evoluzione e un rapporto organico tra imprese e mafia”. Oggi l’ex pm palermitano ha detto: “Fu una cena banalissima, in cui si parlo’ di argomenti di carattere generale e nulla che avesse a che fare con la nostra attivita’ di quel momento, per altro molto delicata. Mi sento di escludere – ha precisato – che si parlo’ di indagini”. La prosecuzione dell’esame di Natoli e’ stato rinviato a venerdi’ 17 marzo.