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Stato-Mafia, Mannino: “Mi avvalgo facoltà di non rispondere”

“Mi avvalgo della facolta’ di non rispondere”. Cosi’ l’ex ministro Calogero Mannino, al processo sulla cosiddetta trattativa tra Stato e mafia, nell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo. Mannino e’ stato citato come teste dall’avvocato Basilio Milio, difensore di Mario Mori, Giuseppe De Donno e Antonio Subranni, imputati di questo processo. Mannino aveva gia’ comunicato alla Corte il suo intendimento. In qualita’ di teste e imputato di reato connesso (l’ex ministro e’ stato assolto con rito abbreviato e la procura ha presentato appello) ha ribadito la scelta, anticipata nelle settimane scorse alla Corte da una missiva inviata dai suoi avvocati, Grazia Volo, Nino Caleca e Marcello Montalbano. Intende invece parlare Massimo Ciancimino, nuovamente detenuto nel carcere palermitano di Pagliarelli, dopo essere stato trasferito nelle settimane scorse per motivi di sicurezza. Cosi’ “vuole rendere, nell’udienza di domani, dichiarazioni spontanee, essendo presente in aula”, ha comunicato alla Corte d’assise, presieduta da Alfredo Montalto, l’avvocato difensore di Ciancimino, Oggi in aula l’avvocato Roberto D’Agostino. In programma anche la deposizione di Antonino Cufalo, ex capocentro Dia a Palermo nel 1994 e del prefetto Giuseppe Pecoraro, quest’ultimo citato dalla difesa di Ciancimino.