La sua testimonianza è stata anche oggi oggetto del contendere tra accusa e difese. Massimo Condello, 38enne pregiudicato di Camastra ma residente di fatto in Germania, è stato citato più volte dal pubblico ministero nel corso del dibattimento ma di lui nessuna traccia. Non si è mai visto in aula pur avendo ricevuto le notifiche di comparizione. Il “caso” sembrava esser rientrato quando – la scorsa udienza – il pm annunciava finalmente il collegamento in video-conferenza del teste direttamente dalla Germania. Poi il colpo di scena. Lo scorso 7 novembre, attraverso le autorità tedesche, Condello ha dichiarato di non voler più testimoniare scatenando una disputa tra accusa e difesa.
L’accusa – rappresentata in aula questa mattina dal sostituto procuratore della DDA di Palermo Maria Teresa Maligno – ha chiesto di poter acquisire le dichiarazioni fatte dal Condello il 30 gennaio 2016 alla Squadra Mobile di Agrigento; la difesa, invece, vuole portare in aula il teste e fargli affrontare il contraddittorio annunciando l’imminente rientro del Condello proprio a Camastra.
Il Tribunale, in composizione collegiale presieduto da Luisa Turco – con a latere i giudici Ricotta e Croce – ha rigettato la richiesta delle difese disponendo l’acquisizione del verbale di sommarie informazioni rese da Condello.
Ma chi è Massimo Condello e perché non vuole più testimoniare? Grandangolo – così come fatto nell’ultimo numero in uscita sabato scorso – pubblica in versione integrale quanto dichiarato da Massimo Condello al capo della Squadra Mobile di Agrigento Giovanni Minardi.
Il processo corre spedito verso la conclusione: il 19 novembre sarà la volta della requisitoria del sostituto procuratore della DDA di Palermo Alessia Sinatra; il giorno dopo cominceranno invece le discussioni dei difensori – tra gli altri gli avvocati Giovanni Castronovo, Santo Lucia, Angela Porcello e Giuseppe Barba – e delle parti civili rappresentate dagli avvocati Alba Raguccia e Angelo Sutera.
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Domanda: Ricorda se nell’inverno dell’armo 2012 ci fu un atto intimidatorio in danno dell’autovettura di proprietà di De Marco Vincenzo di Camastra?
Risposta: sono a conoscenza che nell’inverno del 2012, se non ricordo male nel mese di Novembre, è stata incendiata l‘autovettura di De Marco Vincenzo di Camastra. Sono a conoscenza di particolari su tale vicenda e sono disposto a fornire le informazioni a mia conoscenza. All’epoca dei fatti io ero convivente con Zarbo Manuela, madre di Sorintano Giuseppe. Ricordo che quella sera Sorintano Giuseppe e rientrò a casa verso le due di notte; io gli aprì la porta e mi accorsi che era rientrato senza l’autovettura Fiat Uno di colore bianco a lui in uso; ricordo che chiesi spiegazioni e mi rispose che era rimasto in panne, con l’autovettura nei pressi delle suore. L’indomani mattina mi recai, come faccio solitamente, presso il bar Montecarlo, a prendere un caffè, ed in quella circostanza mi dissero che nella notte avevano incendiato l’autovettura di De Marco Vincenzo, proprietario di una agenzia funebre a Camastra. Verso le dieci di quella stessa mattinata al bar giunse mio cugino Brunco Giuseppe e vantandosi mi fece vedere la somma di euro 400,00 dicendo testualmente “cugino guarda quanti soldi ho stamattina”. Io capii immediatamente che aveva ricevuto tale somma dì denaro per l’atto intimidatorio compiuto dallo stesso nella nottata in danno di De Marco Vincenzo. Voglio aggiungere che la sera che fu compiuto l’incendio, il figlio della mia convivente venne a casa verso le ore 01:00 circa e chiese alla madre una sciarpa. Al momento tale richiesta mi stranizzò in quanto il Sorintano aveva la disponibilità dell’autovettura, ma successivamente capii che la sciarpa probabilmente gli era servita per travisare il viso al momento di compiere l’atto incendiario. Il giorno dopo la mia convivente mi riferì che il figlio, le aveva confidato che nella nottata precedente, unitamente a Brunco Giuseppe di circa 30 anni – mio primo cugino -, aveva incendiato l’autovettura di De Marco. Sorintano confidava altresì alla madre che sì era fatto convincere da Brunco Giuseppe, poiché questi gli aveva promesso duecento euro, denaro che, dopo l’incendio dell’autovettura il Brunco non diede al Sorintano. Appresa tale notizia, parlai immediatamente con Sorintano Giuseppe che mi confermò l’intera vicenda. Successivamente ho rimproverato Brunco Giuseppe di aver coinvolto il giovane Sorintano nell’incendio dell’autovettura, ma questi negò, verosimilmente anche al fine di non spartire quanto ricevuto.
Adr: Sono sicuro che Brunco Giuseppe abbia ricevuto l’incarico di bruciare la macchina di De Marco Vincenzo da Meli Rosario sia per i noti attriti che vi erano tra i due sia per il fatto che qualche tempo prima lo stesso Brunco mi aveva proposto di bruciare la macchina di Macrì Biagio di Camastra, poiché si era comportato male con Rosario Meli nella piazza del paese. A seguito di tale comportamento, considerato da Meli Rosario un grave affronto, quest’ultimo incaricò Brunco Giuseppe di incendiargli la macchina, ed i1 Brunco chiese la mia collaborazione, ma io rifiutai seccamente.
Domanda: conosce Casuccio Domenico di Camastra?
A D.R. Conosco Casuccio Domenico da molto tempo; è il proprietario del ristorante Julie&Grace di Camastra. Mi ricordo di aver visto molto spesso all’interno del suo locale Condello Giuseppe, il soggetto che fu ucciso nel gennaio del 2012. In un’occasione vidi Casuccio Domenico all’interno del garage di Calogero Piombo mentre veniva preso a schiaffi da Rosario Meli in quell’occasione era presente pure Vincenzo Meli.
Domanda: Conosceva Condello Giuseppe, ucciso nei pressi di Camastra nel gennaio del 2012?
Adr: si lo conoscevo; mi fu presentato una volta presso l’American Bar da Cristian Scarso. Il Condello, saputo che avevamo lo stesso cognome, ricordo che mi disse che se avessi avuto qualche problema, potevo dire di essere suo cugino. All’epoca io ero a conoscenza che era un malavitoso molto temuto, tanto che era stato in grado di far mettere da parte la famiglia Meli a Camastra, divenendo in breve tempo il mafioso più temuto. Sono a conoscenza, per voci di popolo che Condello chiedeva denaro a titolo estorsivo ad alcuni soggetti di Camastra. Ho saputo che una volta chiese, ed ottenne, duemila euro da Brunco Giuseppe titolare del ristorante “La Borghesiana” di Camastra. Le successive richieste estorsive di Condello non furono assecondate dal Brunco che si rifiutò di pagare.
Adr: Non ricordo ii periodo ma sono a conoscenza che il titolare del ristorante “La Borghesiana” ha subito l’incendio di due autovetture. Inoltre, Condello chiedeva regolarmente denaro a titolo estorsivo a De Marco Vincenzo e consumava gratuitamente pasti, anche in compagnia di numerosi amici presso il ristorante di Casuccio Domenico.
Adr: Non sono a conoscenza di fatti relativi all’omicidio Condello e Priolo, anche se molti a Camastra ritengono che il duplice omicidio sia riconducibile alla famiglia Meli in quanto erano i soggetti più danneggiati dalla presenza di Condello il quale, li aveva messi da parte, nella gestione degli affari illeciti. Ricordo che poco prima di essere ucciso, Condello in una occasione entrò al Bar Montecarlo dove io mi trovavo, ivi era presente pure Rosario Meli. Appena arrivato il Condello fece segno con la mano al Meli e gli disse di meettersi da parte. Mi accorsi che il Meli subì malvolentieri tale gesto ma certamente non lo gradì.
Adr: durante il periodo che Condello veniva a Camastra, i Meli persero di credibilità e non ebbero più comportamenti aggressivi con loro concittadini e nemmeno si vedevano più in giro. Tali atteggiamenti i Meli li hanno riassunti subito dopo l’omicidio di Condello.
Adr: la sera dell’omicidio di Condello e Priolo, ricordo che io mi trovavo al circolo che insiste sul corso principale di Camastra. La sera dell’omicidio ricordo perfettamente di aver notato Rosario Meli fino ad oltre le 21:30 che faceva avanti e indietro con la sua Passat. La cosa al momento mi stranizzò molto, poiché Rosario Meli a quell’ora non lo avevo mai visto in giro. Il giorno dopo, appresi la notizia dell’omicidio di Condello e collegai l’insolita circostanza che avevo notato la sera prima, con il delitto in parola.
Adr: ricordo che qualche mese fa, quando sui giornali usci l’articolo che erano statti indagati alcuni camastresi per l’omicidio di Condello/Priolo, qualcuno mi ha riferito di aver visto Morgante Giuseppe ubriaco fradicio presso il bar Montecarlo il fatto mi suonò strano perché non mi è capitato di notare Morgante Giuseppe ubriaco.
Adr: la maggior parte dei lavori di muratura a Camastra, vengono affidati dai privati a Meli Vincenzo tanto che gli altri muratori ora sono in difficoltà. Benché Meli Vincenzo sia bravo nei suo lavoro, ritengo che sia chiamato anche per il fatto di essere un soggetto temuto.
Adr: tra i soggetti vicini alla famiglia Meli posso citare Saverio Piraino, Lillo Piombo, Angelo Allegro di Naro; Domenico Casuccio, Vincenzo Schembri, Giovanni Di Caro, che lavora all’Anas, Nicotra Gioacchino, Calabrese Giuseppe, Biagio Bonvissuto, Angelo Prato, Giuseppe Brunco (mio cugino), tale Limblici di Favara, possessore di un Bmw, che ha fatto dei lavori di metanizzazione in Camastra.”
Adr: “nelle ultime competizioni elettorali, io affiggevo manifesti per il candidato sindaco Provenzani Gaetano, collaborato da Lillo Di Caro; costui ha una Seat lbiza ed abitava in Via Verdi fino a poco tempo fa, ed ora è in carcere perché mio correo in una rapina. Ricordo che fummo avvicinati da Casuccio Domenico con il quale iniziammo a discutere a causa del fatto che uno dei manifesti di Provenzani, da me apposto poco prima, era stato coperto da uno di Cascià Angelo. Il Casuccio prese le difese di Angelo Cascià, poiché lo sosteneva nella campagna elettorale.”
Adr.”Ricordo che l’anno scorso nella palazzina delle case popolari dì via Verdi, dove abitavo, ci fu una lite tra due coinquilini, ossia Amato Gesù Salvatore e Calà Domenico. Non conosco i motivi del diverbio, ma ricordo che dopo qualche minuto ho sentito dei colpi di arma da fuoco. Non so dire chi ha sparato. Posso affermare che in quell’occasione sono intervenuti i Carabinieri dì Camastra.”
Adr: “escludo che Amato Gesù Salvatore possa conoscere a Di Franco Biagio inteso Peppe musciddru, mentre posso affermare che quest’ultimo si conosce con Calà Domenico.”
Adr. “Amato Gesù Salvatore non abita più in quella palazzina. Mi sovviene che una volta questo soggetto diede un pugno a tale Nicotra Calogero, nipote di Meli Rosario. Per quell’affronto Nicotra si rivolse allo zio Rosario che intervenne e mandò Vincenzo Meli ed Angelo Prato i quali obbligarono Amato a chiedere scusa.”
Domanda: è a conoscenza di fatti relativi all’incendio del furgone in uso a Provenzani Gaetano avvenuto nel 2011?
Risposta: Si, atteso che ho deciso di cambiare vita e seguire la legge confesso di essere stato io ad incendiare il furgone in uso a Provenzani Gaetano. Ho eseguito l’incendio da solo su richiesta di Badalamentl Pietro, oggi deceduto; credo che il Badalamenti avesse vecchi rancori con Provenzani.
A questo punto il verbale viene sospeso poiché emergono gravi indizi di colpevolezza a carico del dichiarante in ordine al reato di cui all’articolo 635 Cp (danneggiamento).