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Carabiniere palermitano ucciso a Carrara, assassino in manette: “Ho vendicato miei figli”

Antonio Taibi

Omicidio in centro storico a Carrara: a morire, sotto i colpi di un’arma da fuoco, un carabiniere di 46 anni, Antonio Taibi, palermitano.

Il militare è stato ucciso sulla porta di casa. Il fatto è avvenuto stamani intorno alle 7 in una palazzina di via Monterosso, la zona accanto all’ospedale.

Sull’assassino c’è già un fermo: un uomo, infatti, è stato portato in caserma. Subito dopo la sparatoria le forze dell’ordine erano a caccia di un uomo di mezza età, vestito con un bomber verde e cappello.

A sparare sarebbe stato Roberto Vignozzi, 72 anni di Carrara, ex postino, che poi si è costituito e ora viene ascoltato dal procuratore. L’uomo avrebbe confessato dicendo di aver ucciso il carabiniere “perché aveva fatto passare dei guai giudiziari ai miei figli”.   L’uomo attribuiva all’attività  operativa del sottufficiale, che era in servizio a Massa, l’inizio dei guai giudiziari dei suoi due figli, che hanno entrambi precedenti per reati legati agli stupefacenti. Uno dei due figli, in particolare,   è stato arrestato proprio dal maresciallo e ieri è stato processato e condannato.

Roberto Vignozzi, si sarebbe fatto aprire la porta dalla stessa vittima. Ha citofonato all’appartamento del sottufficiale, stamani verso le 7.30 con una scusa, senza dire la sua vera identita’. Taibi, che viveva al terzo piano dello stabile, sarebbe sceso al piano terra e, aperta la porta, si e’ trovato di fronte l’uomo che ha fatto fuoco con la pistola che aveva in pugno.

Secondo una prima ricostruzione, il killer ha suonato alla porta del carabiniere: appena Taibi ha aperto è stato freddato da un colpo di arma da fuoco. Il carabiniere lascia la moglie e due figli, di 16 e 21 anni.

Il carabinier Antonio Taiibi ucciso a Massa Carrara

Il maresciallo Antonio Taibi aveva 46 anni, era sposato e aveva due figli, uno che frequenta la terza media alla scuola Carducci e l’altro che va all’istituto nautico di Marina di Carrara.

Taibi era originario di Palermo e lavorava ai servizi informatici del comando provinciale dell’Arma dei carabinieri a Massa. Era coniugato con Maria Vittoria Mari, 42 anni, di Torano, una famiglia unita, i due figli calciatori nelle formazioni giovanili carrarine e seguitissimi dal papà.