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Tentato omicidio allo Zen, fermato il figlio della vittima: facevano parte di gang contrapposte

L’arresto di Calogero Moceo

La Polizia di Stato ha eseguito il fermo disposto dalla Procura di Palermo di Calogero Moceo accusato del tentativo di omicidio del padre Benedetto avvenuto domenica scorsa allo Zen di Palermo.

Le indagini della Squadra mobile hanno portato subito gli investigatori ad approfondire l’ambito familiare e hanno fatto emergere “forti elementi a carico del figlio” spiegano dalla Questura, sulla base dei quali, visto il pericolo di fuga, la Procura ha ordinato il fermo.

Ad incastrarlo alcune intercettazioni. Oscuro, ancora, il movente del gesto.

Sembra che alla base del raid ci sia stata una furibonda lite per la gestione dello spaccio di droga. Padre e figlio farebbero parte di due bande diverse. Calogero sarebbe vicino a Khemais Lausgi, ferito la scorsa settimana in un agguato.

Calogero Moceo, 20 anni, si era subito allontanato da Palermo dopo il ferimento del padre. Una fuga in treno, verso Napoli, che non è passata inosservata.

Questa mattina il giovane è stato bloccato all’aeroporto di Palermo mentre stava rientrando. Sperava che le attenzioni su di lui fossero scemate. Invece era intercettato già da domenica. Ora le indagini proseguono per individuare il motivo preciso della lite fra padre e figlio.

Benedetto Moceo, 48 anni, è stato ferito domenica scorsa con colpi di pistola a Palermo nel quartiere Zen.

L’uomo è stato affrontato in via Girardengo e raggiunto da tre colpi alle gambe e al torace mentre tentava la fuga sui tetti.