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Mafia, blitz “Icaro”, la difesa all’attacco: “Vincenzo Marrella non è un boss”

Arringa della difesa di Vincenzo Marrella, il 63enne, nel processo che lo vede coinvolto e che scaturisce dall’inchiesta antimafia denominata Icaro che ha portato a una serie di arresti e al procedimento che vede imputate 12 persone facenti parte, a vario titolo, secondo gli inquirenti, di consorterie mafiose dell’agrigentino.

A parlare, l’avvocato Antonino Gaziano: “Marrella non ha mai fatto parte di Cosa Nostra, non è mai stato intercettato, nessun pentito, neppure Di Gati, si ricorda mai di lui. Nelle intercettazioni le conversazioni riguardano uova e pastorizia. Marrella non fa parte di Cosa Nostra né come boss, né come semplice affiliato”.

Per Marrella, l’accusa ha chiesto la condanna 20 anni di carcere.

Al termine dell’udienza, il presidente del collegio giudicante, Pietro Falcone, ha fissato la prossima fra sette giorni quando è prevista la sentenza.

Ecco il dettaglio delle richieste di condanna: Antonino Abate, 32 anni, di Montevago, 20 anni di reclusione; Carmelo Bruno, 50 anni, di Motta Santa Anastasia, 4 anni; Vito Campisi, 48 anni, di Cattolica Eraclea, 8 anni; Roberto Carobene, 41 anni, di Motta Santa Anastasia, 4 anni; Antonino Grimaldi, 58 anni, di Cattolica Eraclea, 20 anni; Stefano Marrella, 62 anni, di Montallegro, 20 anni; Vincenzo Marrella, 44 anni, di Montallegro, 16 anni; Vincenzo Marrella, 63 anni, di Montallegro, 20 anni; Gaspare Nilo Secolonovo, 50 anni, di Santa Margherita Belice, 6 anni (richiesta di condanna solo per armi, chiesta l’assoluzione per associazione mafiosa) e Francesco Tortorici, 39 anni, di Montallegro, 16 anni.

Dunque ben 134 anni di carcere, complessivi, dieci condanne e un’assoluzione totale, una parziale, questo quanto vorrebbe portare a “a casa” l’accusa.

Per Ciro Tornatore, deceduto a 80 anni nei mesi scorsi,  stata riconosciuta la colpevolezza ma il reato è stato considerato estinto per il decesso dello stesso.