Palermo

Emetteva fatture false: sequestrati 1,3 milioni ad “Aenne press” importante distributore di giornali e riviste in Sicilia

I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo, su disposizione del Gip del Tribunale di Termini Imerese, hanno oggi dato esecuzione a un sequestro preventivo di disponibilità finanziarie, immobili e quote societarie per un valore complessivo pari a oltre 1,milioni di euro, nei confronti dell’impresa “Aenne press”,  con sede a Villabate, operante nel settore della distribuzione editoriale (libri, giornali, riviste) tra le più importanti in Sicilia, e del suo legale rappresentanteGiovanni Nangano, indagato per il reato di dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica termitana, si sono fondate sulle risultanze di controlli fiscali eseguiti dalle Fiamme Gialle nei confronti dellazienda e di altri soggetti economici collegati, che hanno fatto emergere un circuito di frode fondato sull’emissione e sull’utilizzo di fatture false.

Più in particolare, mediante appalti privi dei requisiti di legge, la società ha finto di avvalersi dei servizi di altre imprese, che si sono rivelate prive di autonoma organizzazione. Il loro unico scopo, infatti, è stato quello di apparire come datori di lavoro di persone che hanno invece sempre operato alle dipendenze e secondo le direttive della committente.

Ovviamente, queste prestazioni sono state fatturate, talvolta gonfiando anche gli importi e permettendo alla società editoriale di detrarre l’IVA addebitata e ottenere quindi un consistente vantaggio fiscale.

L’operazione eseguita dalla Guardia di Finanza sotto la direzione della Procura di Termini Imerese si inserisce nel quadro delle rinnovate linee strategiche dell’azione del Corpo, volte a rafforzare l’azione di contrasto ai contesti di illegalità economico-finanziaria più gravi, integrando le funzioni di polizia economico-finanziaria con le indagini di polizia giudiziaria e mirando ad aggredire i patrimoni dei soggetti dediti ad attività criminose, al fine di assicurare l’effettivo recupero delle somme frutto, oggetto o provento delle condotte illecite.