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Mafia: ossa umane in grotta, proseguono le operazioni di recupero

I vigili del fuoco scendono nella grotta

Nuovo sopralluogo, questa mattina, dei Carabinieri del Ris di Messina, dei militari del Gruppo Monreale e di antropologi forensi nominati dalla Dda di Palermo nel ‘cimitero’ della mafia scoperto ieri nelle campagne di Roccamena, nei pressi di Corleone (Palermo).

Su input di una fonte confidenziale, i magistrati hanno trovato in un anfratto i resti umani “di almeno sei persone, forse di più”. Nella grotta, difficile da raggiungere, ci sono teschi umani e altri resti, ma anche vestiti e scarpe da donna, un particolare questo che ha sorpreso anche gli investigatori. I resti risalirebbero, secondo i primi esami, almeno a 25-30 anni fa. L’indagine è coordinata dal Procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi e dal Procuratore aggiunto Leonardo Agueci.

I pm titolari dell’indagine sono Sergio De Montis e Siro De Flammineis, che ieri, per tutto il giorno, hanno assistito alle prime operazioni di recupero dei resti umani rinvenuti nella caverna. Saranno i Carabinieri del Ris a fare luce sull’identità degli scheletri, grazie all’esame del Dna. La presenza degli antropologi forensi servirà ad eseguire ulteriori esami sugli scheletri.

Sono diverse le persone scomparse negli anni ’80-’90, vittime di lupara bianca. Adesso, grazie alla soffiata da una fonte confidenziale, si è arrivati alla caverna, impervia, che non sarebbe mai stata trovata senza indicazioni precise