Palermo

Palermo, corteo studenti: “il diritto allo studio è qualcosa su cui investire”

Traffico in tilt a Palermo per il corteo studentesco che sta attraversando il centro citta’. La manifestazione ‘Chi ha paura di cambiare?’ si e’ snodata attraverso due cortei: uno ha preso il via da piazza Croci, l’altro da piazza Castelnuovo.

I cortei hanno messo in crisi la circolazione delle auto in centro, gia’ in forte difficolta’ per via della pioggia che da questa notte cade sul capoluogo siciliano.

“Stamattina siamo in tutte le piazze della Sicilia per ricordare al governo che gli studenti ci sono, sono tanti e sono il futuro del nostro Paese – dice la Rete degli studenti Sicilia -. Siamo in tutte le piazze perche’ il diritto allo studio non e’ un semplice mezzo propagandistico ma qualcosa su cui investire. Noi siamo coloro che vivono dentro le scuole, siamo coloro che ogni giorno investono sul proprio futuro e quello di tutto il Paese”.

Nella giornata di mobilitazione nazionale della scuola anche gli studenti universitari fanno sentire la propria voce, contro “un governo che si e’ autoproclamato del cambiamento, ma che, sin dai suoi primi passi, non accenna alla benche’ minima rottura con le politiche portate avanti dai suoi predecessori”. Giunti davanti al palazzo dell’Assemblea regionale siciliana, gli studenti universitari si sono uniti al corteo degli studenti medi, portando la propria solidarieta’ alle loro rivendicazioni e, tutti insieme, sono giunti davanti alla sede dell’Ersu in viale delle Scienze, dalla cui balconata gli universitari hanno esposto uno striscione molto chiaro: “Ancora tagli all’istruzione. Bella m..da! Non vogliamo emigrare. Reddito per tutti”. Il riferimento e’ al “sistematico definanziamento degli atenei del Sud e la conseguente e ingiusta distinzione tra studenti di serie A e studenti di serie B. Un progetto portato avanti in maniera trasversale da tutti i governi che nel tempo si sono succeduti e che trova posto anche nel programma politico dell’attuale governo gialloverde. Un progetto che costringe migliaia e migliaia di giovani a lasciare la propria terra alla ricerca di atenei che possano offrire piu’ possibilita’ di accesso e una migliore offerta formativa”.