Palma di Montechiaro

Palma, omicidio Amato: sconto di pena (in appello) per Raimondo Bonfanti

Dodici anni e due mesi di reclusione sono stati inflitti dalla Corte d’appello di Palermo a Raimondo Bonfanti, di Palma di Montechiaro (difeso dall’avv. Francesco Scopelliti) accusato dell’omicidio di Nicolò Amato, ucciso il 22 aprile 2011.

L’avv. Francesco Scopelliti

Dopo un complicato iter giudiziario con annullamento di sentenza da parte della Corte di Cassazione per un nuovo processo e due condanne in primo grado (18 anni di reclusione, rito abbreviato) e secondo grado (16 anni) per Raimondo Bonfanti oggi si registra un nuovo sconto di pena determinato soprattutto dal non riconoscimento dell’aggravante dei futili motivi e dal fatto che a sparare è stata una sola pistola e non due come ipotizzato in un primo momento.

La Corte di Cassazione aveva annullato la condanna di secondo grado a 16 anni di carcere con rinvio ad altra sezione della Corte d’Appello dopo aver ritenuto Bonfanti non esecutore materiale del delitto, escludendo l’aggravante dei futili motivi alla base dell’accaduto.

In primo grado al palmese erano stati inflitti 18 anni di carcere.

Imputati per gli stessi fatti anche il padre di Bonfanti, Vincenzo e al fratello Nicola che sono stati condannati a 30 e 27 anni di carcere in un processo celebrato con il rito ordinario.

Tutti erano stati arrestati per aver compiuto un agguato, deciso per vendicare alcuni contrasti di natura economica, scattato il 22 aprile del 2011.

Amato, che affittava ai Bonfanti i locali del bar pizzeria “La Fontana”, a Palma, non avrebbe ricevuto i soldi relativi al pagamento di alcune bollette e avrebbe deciso di vendicarsi mettendo i lucchetti alle saracinesche.

Da qui la vendetta e la tragica sparatoria nel corso della quale è rimasto ferito anche il figlio della vittima, Diego di 25 anni.