Palma di Montechiaro

Palma, uccise il cognato: Raimondo Burgio non va in carcere, “Riesame” conferma arresti domiciliari

E’ accusato di aver sparato al cognato, al culmine di una lite, uccidendolo.

La Procura di Agrigento, il pm Emiliana Busto, aveva infatti, chiesto al Tribunale del Riesame di Palermo la custodia cautelare in carcere per Raimondo Burgio, 35 anni, di Palma di Montechiaro, fermato dai Carabinieri con l’accusa di aver ucciso il cognato, Ignazio Scopelliti, bracciante agricolo di 47 anni, assassinato con due colpi di pistola in via Palladio, arteria centrale del paese, lo scorso 2 novembre.

Burgio, reo confesso – assistito dall’avvocato Santo Lucia – si era presentato davanti al Gip per l’udienza di convalida dopo esser stato fermato dai carabinieri della stazione di Palma poche ore dopo il delitto. Dopo una instancabile resistenza con il respingimento di ogni accusa Raimondo Burgio ha confessato dopo che una telecamera di sorveglianza lo ha immortalato nella scena del crimine.

“Ho tentato di difendermi perché sapevo che mio cognato girava armato di coltello e minacciava ripetutamente mia sorella. Quella mattina, dopo averlo visto discutere con mia madre, ho visto che si è avvicinato con fare minaccioso verso di me e, temendo per la mia incolumità, ho sparato.”

Ecco quanto dichiarato da Burgio davanti al Gip del Tribunale di Agrigento aggiungendo anche che la famiglia aveva anche presentato querela in Procura in seguito ad una situazione sempre più complicata. Il suo atteggiamento collaborativo e la particolare situazione vissuta in famiglia avevano convinto il Gip a disporre gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.

Oggi il pronunciamento del Tribunale del Riesame che ha respinto il ricorso della Procura accogliendo le tesi difensive dell’avv. Lucia.

Raimondo Burgio, dunque, non tornerà al “Petrusa” e rimarrà, da detenuto, a casa.