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Casteltermini, sindaco Nicastro: il mediano diventa regista

Gioacchino Nicastro diventa sindaco di Casteltermini.
Conclusa la gavetta politica da mediano, si accomoda sul gradino più alto del podio. I castelterminesi gli accordano 2.231 preferenze, a un passo da lui il pentastellato Filippo Pellitteri, con 2.022 voti (andrà a sedere di diritto in sala Sandro Pertini), Arturo Ripepe chiude con 1.149.
A Casteltermini queste elezioni le ricorderanno per i nervi saltati, per le tante cose rinfacciate, per i toni di chi non la manda a dire. Diversamente non poteva essere.
Casteltermini vive una crisi senza pari: il comune in dissesto, la fuga dei giovani e di quelli che giovani non lo saranno più. Ed ancora, la questione abitativa. Li abbiamo contati: sono 72 gli immobili in vendita. Sono invece una ventina le saracinesche, inesorabilmente abbassate da un paio di anni a questa parte. Nel frattempo è partita la raccolta differenziata, iniziativa pregevole ma dagli intenti confusi. Dai balconi e dalle finestre, quando va bene, ciondolano decine di sacchetti di spazzatura. Quando va male, gli stessi sacchetti sono predati da cani e gatti. Altro problema, che lo diciamo a fare, è il randagismo. E dire che Casteltermini è stata bella. Molto bella (tutto sommato lo è ancora). La chiamavano la piccola Palermo. Oggi in giro vedi poca gente. Le strade vuote pure all’indomani della vittoria del nuovo sindaco.
Alle urne i castelterminesi ci sono andati, ma non in tantissimi (il 44,24% degli aventi diritto). A un giorno dal grande giorno, c’era la pletora degli indecisi, quelli che “io non vado a votare perché non mi fido più di nessuno”. Qualcuno da a loro la responsabilità degli esiti elettorali. Chi ha vinto? Chi era nelle previsioni. Ha vinto un imprenditore quarantacinquenne, che tiene in piedi una nota residenza sanitaria assistita ed un panificio-pasticceria tra i più grandi di tutta la zona montana. Ha vinto una politico locale anagraficamente giovane, ma seguace della politica di tradizione. “Un uomo che lavora e da lavoro”, come ha scritto un suo sostenitore su fb, usando però un’espressione del siciliano più colorito.
Gioacchino Nicastro fa politica da sempre, da quando, ancora studente, simpatizzava per i residui della Dc. Poi la vita attiva nella cosa pubblica. Moderato, è Presidente del Consiglio comunale nella sindacatura di Antonio Caltagirone (siamo nel 2001).
Qualche anno più tardi tenta la corsa al consiglio provinciale di Agrigento: non la spunta. Si butta a capofitto nei progetti imprenditoriali. Inaugura la prima attività: un bar – panificio – pasticcera che porta il suo nome.
Dopo una lunga gestazione taglia il nastro della Rsa Salvatore Nicastro (dedicata al padre), struttura che accoglie ammalati da tutto il circondario.
Le due attività vanno forte, danno lavoro, seppure in turn over, a diverse decine di persone. Nicastro, siamo nel 2009, balza sulle cronache locali per la cosiddetta “Guerra del pane”. Abbassa il prezzo del pane sostenendo che non si possa fare cartello. Per un paio di mesi fu un testa a testa tra i panificatori locali, arresi poi all’evidenza che occorreva calmarsi, per guadagnare almeno il minimo. Nelle amministrative del 2012 sostiene la seconda candidatura di Sapia. Ne esce trionfatore, con un bottino di voti: è il primo eletto al Consiglio comunale, di cui torna a diventare presidente. In quella competizione elettorale, tra i “parenti” politici di Nicastro vi era anche il team di Ripepe. Nell’ottobre del 2012 è uno dei candidati all’Ars con il Megafono di Crocetta: gli va male.
Oggi è un uomo di Sicilia futura, il partito del già ministro Cardinale.
A Casteltermini, vicini a Sicilia futura, sono due uomini chiave della politica dell’ultimo decennio: Nuccio Sapia, sindaco uscente e Gaetano Mancuso. A Nicastro candidato sindaco si è arrivati dopo una gestazione lunga e dopo un tam tam di diversi nomi, costato livori alla lista a sostegno del nuovo sindaco. Una serie di accordi mancati, hanno portato alla candidatura scissionista e pungolante di Arturo Ripepe, che aveva volontariamente spaccato l’area politica tradizionale (ex cuffariani, Mpa dei fedelissimi a Di Mauro financo quella piccola fetta di sinistra, presente da sempre nel territorio).
I dubbi, tuttavia, restavano pochi: Nicastro era dato per vincente. Non fosse stato però che, già a inizio campagna gli uomini di Grillo hanno piazzato una serie di punti a loro vantaggio. Guidati dall’avvocato Filippo Pellitteri, i pentastellati hanno dato vita a comizi, conferenze ed anche incontri di quartiere, capaci di radunare buone folle di castelterminesi. Il sostegno, a metà percorso, di Luigi Di Maio, con una piazza Duomo gremita, lasciò pensare al voto di protesta, a un cambio di rotta simile a quello delle elezioni del ’93, quando vinsero i “non politici” di Città nuova”.
In verità, a Casteltermini si è iniziato a parlare di Cinque stelle già dopo l’elezione di Sapia. Il meet up rimbalzava in una serie di iniziative. I ragazzi Cinque stelle, armati di ramazze, che bonificano alcuni quartieri del paese e più recentemente sempre lo stesso team (arricchito di nuovi attivisti) che raccolgono fondi per i nuovi giochi da installare nel villino comunale. Si dichiarano a disposizione dei cittadini per portare avanti le loro esigenze, a partire da quelle più spicciole. E su questo spirito che, soli nella corsa, arrivano a un passo dal trionfo e piazzano quattro consiglieri nell’assise cittadina: Filippo Pellitteri (accede di diritto, secondo la normativa regionale), Luca Nobile, Rosita Mondello e Giovanni Antinoro. Sul fronte di Ripepe nessun consigliere, sebbene alcuni dei candidati (Liliana Giuliano e Viviana Caltagirone) abbiano ottenuto consensi maggiori rispetto ad alcuni concorrenti eletti nella lista del neo sindaco. Restano fuori per via della “riformina” maggioritaria che ha dettato le regole di queste amministrative.
Gioacchino Nicastro amministrerà con la sua maggioranza di otto consiglieri: Alessandra Palmeri, Gerlando Cannella, Maria Pia Greco, Gaetano Giuliano, Alessandra Mingoia, Vincenzo D’Urso, Francesco Capozza, Francesco Mallia.
Parola chiave della campagna elettorale di Nicastro&co. è stata “cento giorni”, che sono quelli che – parola del nuovo primo cittadino – dovrebbero bastare al team per risolvere i problemi del paese. Al neo sindaco e ai suoi consiglieri gli auguri della redazione.
Buon lavoro!

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