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Casteltermini, dopo dieci anni finisce l’era Sapia: “Lascio eredità con frutti da raccogliere”

Dieci anni consecutivi di mandato. Un periodo lungo che, a Casteltermini, ha avuto dei pari solo negli anni ’70 ed ‘80, con le sindacature di due politici “storici” per il paese: i compianti Lillo Calderone ed Emilio Cordaro.

Alfonso Sapia lascia il timone del comune di Casteltermini portando a casa due primati: è stato il primo sindaco a elezione diretta ad amministrare tanto a lungo, ma è stato anche il primo ad aver dichiarato il dissesto. Dieci anni consecutivi alla guida di un comune.

Sindaco, cosa ha trovato e cosa lascia?

“Malgrado non facili, questi anni sono volati. E se il tempo vola, un motivo positivo ci sarà . La mia lunga sindacatura è coincisa con un momento critico per gli enti locali: tagli orizzontali e trasversali. Si sa, senza fondi, governare è difficile, soprattutto in tempi di crisi dilagante. La stretta si è avuta tra il 2011 e il 2012, momento in cui c’era anche una spesa corrente notevole. Il comune di Casteltermini aveva un primato tra numero di impiegati e di contrattisti. Barcamenarsi non è stato facile. La dichiarazione di dissesto è stata la summa di tante problematiche, che aveva portato in stallo l’amministrazione e che hanno segnato marcatamente i miei mandati. Lascio però un’eredità dignitosa con una serie di frutti da raccogliere. Su tutto la miniera museo Cozzo Disi”.

Finalmente vedrà la luce?

“Se tutto va per come spero, entro fine anno, si dovrebbe inaugurare l’allestimento museografico della maniera: si tratterà di un progetto multimediale, che potrà ospitare turisti, scolaresche, appassionati. Un primo passo, verso la realizzazione completa dell’opera. Vorrei citare anche altri obiettivi centrati: dodici alloggi popolari, pronti per essere consegnati. Il via, a breve, dell’opera di riqualificazione di due zone “diroccate” del paese, via Marsala e la parte sud del corso principale, zona dove ripristineremo delle abitazioni, che diventeranno alloggi popolari per giovani coppie bisognose”.

Alla sua amministrazione si lega però la parola dissesto. Un termine che, nell’immaginario collettivo, suona come un fallimento generale, associato a un momento storico davvero critico per Casteltermini. Ce ne parli meglio. Di chi è stata la colpa di questa condizione?

“Non c’è un periodo o una precisa amministrazione a cui imputare la responsabilità dello stato di dissesto. L’ultimo bilancio approvato è stato quello del 2014, da quel momento non si è più riusciti, in poche parole, a far quadrare i conti. La legge dice infatti che, nei comuni, i bilanci devono essere equilibrati: tante entrate e tante uscite. Così non è stato. Perché? Mi sento di garantire di non aver fatto una gestione allegra delle risorse, peraltro vessate, del comune. C’erano spese onerose, debiti fuori bilancio e contenziosi contratti anche prima della mia amministrazione. Contingenze, queste, che sono nella natura degli enti pubblici. La sommatoria di oggi e di ieri ha portato alla crisi. Dichiarare il dissesto è stato sì doloroso, ma anche necessario per il futuro di Casteltermini”.

Cosa è accaduto di preciso?

“In buona sostanza, con tale dichiarazione, si è rimesso nelle mani del governo centrale il risanamento della situazione di crisi. Per fare ciò, il lavoro degli amministratori è stato ed è tuttora coadiuvato da una commissione esterna”.

Ci parli meglio di questa commissione. Da chi è composta e che ruolo sta avendo?

“I membri sono in tutto tre: il presidente, dottore Meli, esperto di finanza locale, il dottore Burgio, che è un ex segretario generale di ente locale e il dottore Fundarò, che è un commissario mandato dalla prefettura. Con l’insediamento di tale commissione, si verifica una sorta di frattura tra la contabilità precedente, al vaglio della commissione stessa e la contabilità ordinaria, affidata agli amministratori correnti. Il risultato è stato che un mese fa abbiamo approvato lo schema di bilancio stabilmente riequilibrato, che tradotto in termini semplici significa possibilità di andare avanti, di dare, a chi ci succederà, gli strumenti per fare programmazione e per approvare i bilanci correnti”.

Ci spieghi meglio, per il sindaco che le succederà, tutto ciò in cosa si traduce? La prossima amministrazione sarà sotto “l’egida” della commissione”?

“La commissione dovrà ancora lavorare, poiché vi sono ancora conti da sanare – siamo ancora nella fase liquidatoria dei debiti. Tuttavia, sindaco e consiglio potranno svolgere le loro mansioni all’interno di una macchina amministrativa che ha superato lo stallo. Vi saranno ovviamente dei “divieti”: non si potranno fare assunzioni, né per concorso pubblico né per nomina, non si potranno assumere mutui a carico del comune, non si potranno fare spese non necessarie, quali ad esempio quelle per feste e sagre”.

Una situazione che, quindi, seguiterà a non essere facile. La risalita di Casteltermini è ancora ardua?

“Sicuramente. Non possiamo che augurare il meglio a chi siederà sulla poltrona (non facile) di primo cittadino di questo paese”.

Per chi fa il tifo Sapia e perché?

“Non sono interessato alla competizione elettorale comunale”.

Ci risulta però la sua vicinanza a Sicilia Futura, che è anche il partito del candidato a sindaco Gioacchino Nicastro…

“Confermo la mia vicinanza al partito dell’onorevole Cardinale, non escludo miei futuri riavvicinamenti alla vita politica, ma al momento mi tiro fuori dalla kermesse elettorale”.

Quindi sostiene Nicastro ufficiosamente?

“Lo dite voi (sorride), non io”.

Cosa farà Nuccio Sapia il 12 giugno prossimo?

“Tornerò a fare l’avvocato, professione che amo e mi dedicherò di più alla mia famiglia”.

Auguri per la sua nuova vita ed in bocca al lupo a Casteltermini!