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A Favara sorge un’ “alba” pragmatica: “Stiamo gettando le basi, p.zza Don Giustino il mio orgoglio”

Allora, signora sindaca, vorrei chiarire subito che io mi chiamo Diego Romeo e non ho nulla da spartire con il Romeo della Raggi e con tutti gli altri più famosi Romeo da Roma, a Napoli per finire a Porto Empedocle. 

(Esplode in una divertita risata la sindaca di Favara Anna Alba che ci concede un’intervista “rubatale” subito dopo aver accomiatato una nutrita delegazione di artisti giapponesi  in mostra alle Cultural Farm nella geo-location dei “Sette Vicoli”).

“La conosco e non era necessaria la premessa, eppoi la legge dice che il reato penale è sempre personale”.

Consideriamolo un chiarimento tra il serio e il faceto. Dunque, le vorrei ricordare la famosa frase della deputata grillina Taverna a Roma “C’è un complotto per farci vincere”. Adesso a vittorie ottenute sembra che da Torino a Capo Passero si rischia qualche  “complotto per farvi perdere”. La sensazione è diffusa tra molti osservatori politici e non mi sembra molto peregrina in alcuni casi. L’ho tirata in ballo per sapere da lei  come risponde l’arco burocratico-amministrativo della nostra provincia e regione, per non andare lontano, alle vostre richieste e sollecitazioni. Avverte resistenze passive?

“Per quello che vivo sulla mia pelle, il marchi grillino viene visto da tanti come il marchio che deve essere attaccato ad ogni costo. Io personalmente ho subito degli attacchi e non sto qui a giustificarmi perché non ne trovo la necessità. Però siamo arrivati al punto in cui siccome con noi non è possibile fare nessun tipo di compromesso, allora a voce di  qualche partito  conviene andare contro e stressare i grillini e non farli lavorare.  Per le stesse amministrative nessuno avrebbe creduto alla nostra forza. A Favara abbiamo avuto un plebiscito  che non è mai successo e penso non si ripeterà mai più. Abbiamo sentito questo forte bisogno da parte dei cittadini ed è un lavoro che stiamo svolgendo quotidianamente perché purtroppo andiamo ad ereditare comuni in dissesto e tutti quelli che ci hanno preceduto hanno paura perché si apre l’operazione verità dove vengono scoperte le carte del gioco  e  quindi siamo scomodi a tutti. A volte ci attaccano persino su motivi sterili e inutili che non vale neanche la pena commentare. Da lì anche la stampa è contro di noi e vediamo il caso mediatico della Raggi e ancora dell’Appendino insieme ad altri casi che si sono abbattuti sui comuni. Questo significa che c’è  una lotta allo screditamento”.

Ritiene che ci sia un caso mediatico Alba?

“Un caso mediatico Alba c’è stato per la nomina del Voltano ma in questo caso ho spiegato che ciascun comune aveva la possibilità di nominare un proprio revisore, io ho fatto il nome di un tecnico proprio perché a me non appartengono le logiche di partito, ho voluto nominare un tecnico, Raffadali ha nominato il suo e pure Porto Empedocle. Io sono sicura come lo stesso avvocato ha confermato che non ci siano casi di incompatibilità. Nel momento in cui si accerterà questa incompatibilità sono sicura che si provvederà di conseguenza. C’è stata  tutta questa campagna mediatica a screditarci, eppure ho nominato un tecnico perché voglio delle persone che siano competenti”.

Quindi si è basata esclusivamente sul merito?

“Si, sulla meritocrazia e lì la polemica è nata  a causa di chi è rimasto forse  fuori e da quelle logiche perché a quanto riferiscono c’era una sorta di turn over tra chi susseguiva e siccome questo tipo di ragionamento non mi appartiene ho voluto nominare un tecnico con capacità e competenza che faccia chiarezza soprattutto in una società come il Voltano di cui ancora non abbiamo tutto gli atti che  sono chiari perché sono avvenuti dei passaggi che non sono chiari non però a livello dei verbali ma perché chi lo ha amministrato nel passato non è stato molto chiaro. Noi vogliamo essere chiari e trasparenti coi cittadini per questo ho voluto nominare un mio responsabile e per me la faccenda si è chiusa in quel modo. Ci sono stati altri che hanno sollevato le polemiche che lasciano il tempo che trovano”.

Come accennavo nella domande, ci sono resistenze passive?

“Certo, anzitutto sulla dichiarazione del dissesto. La dichiarazione del dissesto, con la delibera 79  del 2016, tengo a precisare, non è stata una scelta di natura politica perché i dati erano incontrovertibili . Subito dopo il nostro insediamento abbiamo cercato di valutare l’alternativa ma non ce n’erano, infatti subito dopo l’insediamento dei commissari  l’ammontare dei debiti risulta  pari a 44 milioni di euro. Quindi vorrei rispondere a tutti quei politici che dicono che noi non abbiamo avuto il coraggio, io ribatto che per la prima volta c’è  una amministrazione che ha avuto il coraggio di dire ai cittadini come stavano realmente le cose”.

Tanto per cambiare ad Agrigento si è ventilato il predissesto che rischia di diventare un comodo alibi o addirittura una “fake-news” a seconda delle finalità politiche. Un’altra cosa le volevo chiedere. Nella precedente amministrazione ho intervistato un assessore che mi diceva di avere iniziato una revisione e un accertamento sui beni immobili affittati dal comune. Ricordo che mi annunciava sfracelli vari. Questa revisione, dove si annida una parte del dissesto, sta continuando?

“Il dissesto dipende da tante cose, quando noi ci siamo insediati avevamo due fitti, uno abbiamo subito  deciso di rescinderlo e si tratta della piazza Olimpia e della sede municipale dove erano gli uffici preposti agli affari legali, tributi e altri uffici. Abbiamo messo mano a questa manovra perché così si risparmiano annualmente centomila euro, era un affitto pagato per trentatrè anni. E’ un peccato che non può essere perdonato. Abbiamo mantenuto la promessa di rescissione del contratto e il 30 giugno consegneremo le chiavi di quella struttura e non pagheremo più un centesimo.l’unico affitto che non abbiamo potuto eliminare riguarda la scuola “Brancati” ma entro il 2018 ci sarà un altro importante progetto che provvederà anche alla eliminazione”.

A proposito di affitti si fa notare da più parti che parecchi edifici  scolastici risultano anomali tra licenze edilizie, problemi di sicurezza abitativa e collaudi vari. Anche questi accertamenti vanno avanti?

“Devo dire che ad oggi , nel momento in cui accertiamo lo stato di fatto , la scuola di via Grotte risulta regolarmente  agibile. Però scopriamo un altro importante dato cioè che le scuole comunali non erano state  accatastate e da lì impossibilitate a poter accedere ai finanziamenti. Proprio grazie all’impegno di tutta l’amministrazione, dei nostri tecnici abbiamo potuto fare questo grande lavoro e accedere ai finanziamenti per avere delle scuole all’avanguardia, sicure ed efficientate. E’ stata una importante sfida a cui nessuno avrebbe mai creduto e a breve dovrebbero partire anche i lavori e quindi diamo risposta a chi non credeva al Movimento 5Stelle, a chi diceva che eravamo un branco di ragazzi incapaci. Non dimentichiamo da dove siamo partiti, con un comune disastrato sia dal punto di vista economico che strutturale. Ricostruire un castello che è un rudere non è semplice ma stiamo gettando le basi”.

Visto che siamo pragmatici, quale è fino ad ora la direttiva di cui va orgogliosa? E per il futuro?

“La cosa di cui vado più fiera è l’azzeramento del fitto di piazza don Giustino perché nessuno avrebbe scommesso un centesimo sulla nostra forza per dire un “no”. Noi abbiamo avuto serissimi problemi sul  trasferimento dei locali, anche i dipendenti hanno fatto uno sforzo ed è stato un momento di orgoglio per tutti vedere riaperte stanze chiuse e abbandonate. Davvero un grosso traguardo”.

I magistrati continuano a ripetere che l’invasione delle strutture amministrative è sempre in agguato da parte di nuovi colletti bianchi rigenerati in Cosa nostra. Anche se si considera immune da avvicinamenti vari, quali sono le sue percezioni in merito?

Fortunatamente, devo dire, non sono stata avvicinata e fino ad oggi non abbiamo avuto nessun tipo di problema. Col decreto di finanziamento del metano, altro importante traguardo, qualche preoccupazione mi è venuta ma una persona che agisce in maniera trasparente ritengo non debba temere nulla. Il giorno stesso in cui ho ricevuto il decreto di finanziamento ho avvertito tutte le autorità, dalla prefettura, alla questura e al nostro comando dei carabinieri proprio perché c’è bisogno di una intesa reciproca.  A causa degli spiacevoli eventi di quest’anno ho scritto al ministro Minniti chiedendo un maggior controllo. La presenza dello Stato è importantissima, con i Carabinieri e la Polizia municipale”.

I rapporti con il consiglio comunale mi pare siano ben diversi da quelli tempestosi di Porto Empedocle e di Agrigento. Si ritiene fortunata?

“Si, mi reputo molto fortunata e per questo sono riuscita a fare un ottimo lavoro. Su 24 consiglieri noi ne abbiamo 14 e con la collaborazione di tutti i consiglieri operiamo in maniera univoca.  Il vantaggio di essere monocolore ci consente di fare un lavoro preparatorio dove vengono analizzati tutti i punti che devono essere votati. Una volta chiarite le perplessità la votazione diventa spontanea e a ciascuno viene dato il merito.  Posso vantarmi nel dire che ho dei consiglieri che stanno facendo un ottimo lavoro per la città e che vanno al di là del gettone di presenza, rimanendo fino a tarda notte a preparare regolamenti e decisioni da prendere. Il concetto di squadra non viene scalfito”.

Lo diceva subito dopo le elezioni il suo leader: ”O facciamo squadra o saremo spazzati via”.

“Siamo una grande squadra e le responsabilità vengono calibrate da tutti, così riusciamo ad ottimizzare il nostro lavoro”.

Ripristinati i rapporti con la stampa, questa è la prima intervista che lei concede in maniera, direi, “scanzonata”?

“No, è la seconda. La prima l’ho fatta con Sciabarrà di www.canicattiweb.it. E poi è sempre merito di chi intervista  mettermi a proprio agio.

“A me piace la notizia che “notizia” ciò che è vero, senza strumentalizzazioni. Quindi grazie a lei”.