Regionali 2017, si scaldano i motori, ed i nomi: Giusi Nicolini in pole

Non mancano i temi politici, i pettegolezzi, le contorsioni verbali sull’una o sull’altra questione per il mancato impegno di qualche leader di partito. 

Non manca nemmeno il duro braccio di ferro tra i possibilisti del si al referendum sulla riforma costituzionale del prossimo 4 dicembre ed i comitati del no sparsi su tutto il territorio nazionale. In Sicilia, come sempre, i problemi restano tanti, ma è già aperta l’informale campagna elettorale per le elezioni regionali nell’autunno del 2017.

Attualmente le forze politiche e chi alimenta quest’ultime si studiano in un gioco di interlocuzioni ed intendimenti che presto verranno fuori con azioni ed attività sul territorio, ma ad oggi i nomi che circolano per la successione di Crocetta a governatore – posto che lo stesso faccia un passo indietro per un’elezione assicurata a Montecitorio -, rispondono solo a personalità di centro sinistra come l’assessore regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici, il sottosegretario all’istruzione Davide Faraone ed il sindaco di Catania Enzo Bianco. Secondo indiscrezioni, attualmente però, la più accreditata sarebbe il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini.

Mentre qualcuno dietro le quinte comincia a “scoprire le carte”, a parlare ufficialmente del prossimo candidato a Presidente della Regione Sicilia, è il deputato Pd Giuseppe Lauricella, figlio del più noto Salvatore, già presidente socialista dell’Assemblea regionale siciliana dal 1981 al 1991. Per Giuseppe Lauricellaanche se verrà tutto rinviato dopo il voto del referendum, la candidatura del sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini può essere ottima perchè dirompente. Le altre candidature del Pd sarebbero attaccabili, mentre quella sua no“.

Secondo il parlamentare la visibilità che le ha dato Renzi portandola con se alla Casa Bianca, nasconderebbe un disegno ben preciso già in atto. “Le altre candidature – continua –  sono più attaccabili dagli avversari mentre lei no. E poi prenderebbe voti trasversali, di rottura nel quadro generale“. Anche se è stata la stessa Giusi Nicolini a dire “nessuno me lo ha chiesto, non ne so nulla,  non ci sto pensando, sono molto concentrata su Lampedusa”, rimane il fatto che il suo nome avrebbe buone chance e che ci stia comunque pensando.

Sull’altro versante, il centro destra, ancora “acque ferme”. Ad esprimersi è stato solo il ministro Angelino Alfano che parla di propria candidatura: “Noi come Area popolare, liberale e moderata che in Sicilia ha avuto negli ultimi tempi Ncd come centro, lavoreremo per una nostra candidatura. Sarà un soggetto moderato – ha aggiunto – che probabilmente verrà dalla cosiddetta società civile, dal mondo delle professioni che poi porteremo all’attenzione di tutti. Le nostre percentuali in Sicilia – ha aggiunto l’ex pupillo di Berlusconi – sono tali da potere rendere assolutamente legittima la candidatura di un candidato nostro e chiedere agli altri di aderire alla nostra candidatura. Abbiamo molti nomi in campo da spendere e li faremo al momento opportuno“.

Recentemente sulle candidature alla guida della Regione, si è fatto sentire anche una vecchia conoscenza Ars come Alessandro Pagano, divenuto  leghista da pochi giorni con l’adesione alla Camera dei deputati al gruppo di Salvini: “In Sicilia – ha affermato –  stanno già esplodendo tutte le faide in vista delle prossime regionali. Crocetta non ne vuole sapere di farsi da parte, mentre Renzi vuole premiare il sindaco di Lampedusa dimenticandosi di tutti gli altri primi cittadini di frontiera, tra cui quelli di Pozzallo e Augusta, che con grande fatica stanno affrontando questa invasione di immigrati”.

Intanto l’ex Udc Giampiero D’Alia cita Totò Cuffaro come guida e interprete di una corrente politica che peserà alle prossime elezioni regionali. Arriva secca la smentita di Cuffaro che non è più in Burundi. Ma è tutto da vedere.