Sicilia: Crocetta si ricandida: ”Non temo corsa solitaria”

“Io sono il candidato legittimo del Pd, non sono illegittimo. Se gli alleati pensavano di fare altre scelte, dovevano presentare i propri candidati”.
Così il Governatore siciliano Rosario Crocetta che promuove la sua candidatura oggi nella sala dell’hotel delle Palme dove ha incontrato la stampa.
“Nessuno attribuisca a Crocetta la voglia di rompere e disintegrare il centrosinistra – dice – Io sto facendo una proposta unitaria. Chi non accetta l’idea del confronto vuol dire che vuole rompere”.
“La Sicilia cambia – ha detto – se cambiano i partiti, i siciliani sono un popolo strano che a volte sopporta per decenni ma una volta ogni tanto tira la corda pazza che cambia la storia”.
Poi il presidente presentando lo slogan “Liberi” scelto per la campagna elettorale ha detto: “ho scelto questa immagine e il blu perchè nulla è più libero del mare”.
Nella sala dell’hotel delle Palme ci sono alcuni fedelissimi del governatore, c’è la vicepresidente della Regione Mariella Lo Bello, il senatore Beppe Lumia, ma anche il segretario regionale organizzativo del Pd Antonio Rubino che dice “sono qui per ascoltare. Mi sembra che la parola che il Presidente ha pronunziato più volte sia unità”. “Lo considero – aggiunge – un segnale importante e lavoreremo per evitare ulteriori rotture che non servono al centrosinistra”.
“Con Musumeci entra in gioco Salvini, uno dei principali nemici della Sicilia; con Cancelleri la logica della Casaleggio, di coloro che non hanno voluto fare le olimpiadi a Roma; e il progetto attuale di Micari è un progetto nato a Roma, con un Leoluca Orlando che fa esattamente quello che ha fatto alle comunali, è andato a Roma, si è fatto candidare dal Pd e poi ha detto che era un candidato civico”.
Crocetta, critica quella che definisce “la svendita della autonomia della Regione siciliana, in un progetto interamente calato da Roma”. Per Crocetta, “i progetti lanciati dai partiti hanno logiche centraliste”. “Non posso accettare che la Sicilia venga commissariata da Roma, non è la prima volta che Orlando dice di essere contrario all’autonomia”, insiste.
“Io vengo da una lunga militanza e da una lunga storia politica. Per me il dado è tratto quando ci sono delle decisioni democratiche assunte e non quando qualche potente le assume. Se hanno deciso di rompere e di non accettare il confronto con il presidente uscente e con una forza politica, non sono io responsabile. Un governo del presidente, sarebbe una naturale conseguenza”. Crocetta risponde a chi ha chiesto se in caso di rottura con il Pd gli assessori resteranno in giunta. “Se l’opzione non dovesse essere accettata, gli altri si assumeranno le responsabilità della rottura” ha aggiunto.
“Ci siamo sentiti con Renzi. Ieri era in programma un incontro, ma ho ritenuto che, dopo la riunione della segreteria, fosse necessario prima un confronto con il segretario Raciti e poi successivamente comunicare io a Renzi le nostre decisioni. Coinvolgere il segretario nazionale non mi sembrava responsabile in questo momento”.