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Agrigento, giovane morto in ospedale, il dramma raccontato da un medico accusato: “Era in condizioni disperate”

Udienza drammatica, presso il Tribunale di Agrigento, del processo scaturito dall’inchiesta sulla morte di Vincenzo Rigoli, l giovane di soli 19 anni deceduto per shock emorragico nella sala operatoria del nosocomio agrigentino nella notte tra il 16 ed il 17 dicembre 2012, dove era giunto a seguito di un incidente stradale avvenuto lungo la S.S. 640, e che vede imputati i medici dell’Ospedale San Giovanni di Dio, Sergio Sutera Sardo e Salvatore Napolitano, per il reato di omicidio colposo.

Ieri, dinanzi alla giudice Alessandra Tedde, ha deposto proprio Napolitano, primario, all’epoca dei fatti, del reparto di Chirurgia dell’ospedale di contrada consolida.

Napolitano ha ricostruito la sua versione di come andarono i fatti: “Ero a casa e stavo dormendo, arrivo una telefonata che mi informava di un paziente gravissimo in sala operatoria. Corsi in ospedale e trovai il ragazzo in arresto cardiaco, lo riprendemmo e proseguimmo un intevento chirurgico ormai disperato”.

Dopo le dichiarazioni di Napolitano, ad essere interrogata come teste della difesa, una anestesista dell’ospedale che ha in sostanza confermato quanto dichiarato dallo stesso primario e, dunque, quanto sarebbe accaduto in sala operatoria.

La prossima udienza è stata fissata per il 29 di queste mese.