Giovanni Volpe, 19 anni, di Licata, reo-confesso dell’omicidio dello zio, Giacinto Marzullo, 52 anni, ucciso, nei mesi scorsi, con 9 colpi di pistola, all’epoca del fatto era “capace di intendere e di volere”.
Lo ha stabilito una perizia psichiatrica eseguita dal medico Cristina Cammilleri al quale l’incarico di effettuare i dovuti accertamenti era stato conferito dal gup del Tribunale di Agrigenot, Francesco Provenzano.
La perizia psichiatrica è stato di fatto depositata e darà dunque il via al processo che si celebra col rito abbreviato.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori Volpe avrebbe ucciso lo zio per contrasti di natura economica.
I colpi di pistola esplosi hanno raggiunto il muratore all’addome, alle gambe, al polpaccio e alle caviglie. Di questi, uno sarebbe stato quello mortale vicino al cuore. 9 colpi su 12 sparati di cui la gran parte esplosi da distanza ravvicinata.
Marzullo fu assassinato in un appezzamento di terreno vicino alla rotonda per la località balneare di Mollarella, a Licata.