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Operazione Locu, colpo al clan Cappello-Bonaccorsi: 41 misure cautelari

Operazione antimafia a Catania. Sono 41 le misure cautelari eseguite nel blitz che ha inferto un duro colpo al clan Cappello-Bonaccorsi. Trecento i poliziotti in azione, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia. Contestati i reati di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, porto e detenzione di armi da fuoco, spaccio di cocaina, crack, marijuana e hashish. In particolare, l’indagine culminata nell’operazione “Locu” ha documentato la gestione di una grossa piazza di spaccio attiva in citta’.

Trentasei le persone finite in carcere, cinque invece quelle agli arresti domiciliari. L’indagine, compiuta con il supporto di intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche e videoregistrazioni, ha fatta luce sulla grossa piazza di spaccio nel rione popolare San Cristoforo, allestita nella zona tradizionalmente chiamata “Locu”, da sempre presidiata da esponenti del clan mafioso Cappello-Bonaccorsi. Le cessioni delle sostanze stupefacenti avvenivano in strada e in alcune abitazioni gestite dall’organizzazione e stabilmente dedicate all’attivita’ di spaccio. Accertati centinaia di episodi di cessione di droga svelati anche da agenti sotto copertura inviati dal Servizio centrale operativo della polizia di Stato. Il gruppo di pusher, sotto la direzione dei capi dell’associazione criminale – tra i quali figurerebbero Nicola Tomaselli, Salvatore Marino, detto “cia’ cia’” e Francesco Cultraro – si sarebbero alternati su vari turni orari nell’arco delle giornata, nella vendita al dettaglio di cocaina e crack allestita all’interno delle case di spaccio nelle vie Bonfiglio, delle Calcare e Testulla, i punti di smercio piu’ importanti nelquartiere San Cristoforo. 

La piazza di spaccio era rifornita di cocaina attraverso tre distinti canali di approvvigionamento: il primo, riconducibile all’articolazione del clan mafioso Cappello-Bonaccorsi, storicamente dedicato alla gestione delle piazze di spaccio nel rione popolare San Cristoforo, che sarebbe attualmente capeggiata da Domenico Querulo, detto “Domenico da za’ Lina” e che sarebbe composta, tra gli altri, anche da Filippo Crisafulli, detto “Candeggina”, i quali avrebbero agito con la collaborazione di Francesco Maugeri, “Ciccio a pa’”, Biagio Querulo, “Gino da za’ Lina”, e Francesco Grillo; il secondo, riconducibile ad un’altra frangia del clan mafioso Cappello-Bonaccorsi i cui vertici sarebbero rappresentati da Rocco Ferrara e Giovanni Agatino Distefano, detto “Giuvanneddu cammisa”,i quali sarebbero stati collaborati dal fratello di quest’ultimo, Rene’ Salvatore; il terzo, riconducibile al grossista di cocaina Giovanni Orazio Di Grazia, figlio del piu’ noto Orazio, gia’ esponente del clan mafioso Laudani, “mussi ri ficurinia”). Avvalendosi del suo corriere Ignazio Testa, avrebbe rifornito sistematicamente, con svariati chili di cocaina, la piazza di spaccio del “Locu”, recapitandoli al capo-piazza che sarebbe stato individuato in Nicola Tomaselli. Nel corso dell’attivita’ di indagine sono stati, inoltre, effettuati diversi sequestri di sostanze stupefacenti (complessivamente, oltre 700 grammi di cocaina e un chilo di marijuana).