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Palma di Montechiaro, ferì cugino dopo sparatoria: Gueli chiede scarcerazione

Francesco Gueli, il 42enne di Palma di Montechiaro accusato del tentato omicidio del cugino 25enne Leandro Onolfo, ha chiesto tramite i suoi difensori – gli avvocati Giovanni CastronovoSanto Lucia  – di essere rimesso in libertà.

Nelle scorse settimane Gueli era finito agli arresti domiciliari con braccialetto – su disposizione del gip Stefano Zammuto – dopo aver mostrato un atteggiamento collaborativo con gli inquirenti facendo ritrovare la pistola con cui avrebbe sparato al cugino.

L’8 gennaio prossimo saranno i Ris di Roma ad effettuare le dovute analisi sull’arma da fuoco. La discussione sull’ordinanza di custodia cautelare si terrà invece il 16 gennaio. La vicenda risale al giugno scorso quando, per una banale lite, scoppiò il finimondo a Palma di Montechiaro: protagonisti della vicenda sono Francesco Gueli, alias “ciciu u malandrinu”, e Giuseppe Incardona, inteso “Peppi u cafuni”: quest’ultimo nei pressi di un bar avrebbe sparato addosso al Gueli che, per vendicarsi, sarebbe corso in casa per armarsi e rispondere al fuoco.

Nel tentativo di convincerlo a desistere Gueli fece partire un colpo che prese nell’addome il cugino Onolfo che rimase vivo ma dopo un intervento di asportazione della milza.

La svolta nelle indagini – in un clima di omertà assoluta – fu la presenza di una cimice posizionata dalla Squadra Mobile di Agrigento per altra attività di indagine che però registrò tutte le fase della “faida.”