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Palma, omicidio Scopelliti, dopo i domiciliari la difesa di Burgio rinuncia al Riesame

Dopo aver ottenuto gli arresti domiciliari, evitando di fatto la carcerazione, la difesa di  Raimondo Burgio, 35 anni, reo confesso – davanti al Gip Stefano Zammuto – dell’omicidio del cognato Ignazio Scopelliti, 47 anni di Palma di Montechiaro, ucciso con due colpi di pistola in via Palladio, arteria centrale del paese, lo scorso 2 novembre, rinuncia a presentare ricorso contro l’ordinanza.

Dunque il provvedimento non sarà impugnato davanti al Trbunale del Riesame nei prossimi giorni, cosa che potrebbe invece fare il pm che dovrà valutare se chiedere, o meno, l’applicazione della misura cautelare in carcere per il palmese.

Burgio – assistito dall’avvocato Santo Lucia –  ha confessato dopo che una telecamera di sorveglianza lo ha immortalato nella scena del crimine.

“Ho tentato di difendermi perché sapevo che mio cognato girava armato di coltello e minacciava ripetutamente mia sorella. Quella mattina, dopo averlo visto discutere con mia madre, ho visto che si è avvicinato con fare minaccioso verso di me e, temendo per la mia incolumità, ho sparato.”

E’ questo quanto dichiarato da Burgio davanti al Gip del Tribunale di Agrigento aggiungendo anche che la famiglia aveva anche presentato querela in Procura in seguito ad una situazione sempre più complicata.

Burgio, che ha mostrato un atteggiamento particolarmente collaborativo in sede di convalida, ha ottenuto gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico a testimonianza che la strategia difensiva dell’avv. Santo Lucia, è stata molto efficace.

Il fascicolo d’inchiesta è coordinato dal sostituto procuratore della Repubblica di Agrigento Emiliana Busto.

Da registrare che la figlia di Scopelliti, Federica, in una intervista di alcuni giorni fa, riportata da La Sicilia, ha difeso il padre dicendo che “era un buono” e accusando invece lo zio, “me lo ha ammazzato” ha detto la ragazza.